Sinodo: è il tempo di nuova semina

Dopo il “torpore” provocato da oltre un anno di pandemia, per la Chiesa italiana è il momento di riprendere il cammino con il popolo di Dio ed è lo stesso Papa Francesco a indicare la strada.

Il Santo Padre lo ha detto più volte ai nostri Vescovi negli ultimi anni e lo ha ripetuto anche alla recente Assemblea generale della Cei che si è svolta a Roma la scorsa settimana, a distanza di oltre 700 giorni dall’ultimo incontro dell’episcopato italiano in presenza.

Dal Papa indicazioni di metodo

Sono due le indicazioni di “metodo” arrivate dal Papa, per evitare di perdere la memoria sulle cose buone che la Chiesa italiana ha fatto in questi ultimi anni e ripartire da quelle per andare avanti. La prima indicazione riguarda il quinto Convegno nazionale ecclesiale, celebrato nel novembre 2015 a Firenze. “È stato un passo avanti, almeno nella formulazione”, ha detto Francesco ai Vescovi italiani. E l’indicazione del Pontefice è molto chiara: “Direi che il Sinodo deve svolgersi sotto la luce di Firenze”. Che aggiunge poi un secondo elemento come bussola del cammino sinodale: “Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano”.

Dunque, la luce che illumina la strada arriva da Firenze e il percorso va iniziato nelle piccole comunità, nei gruppi e nelle parrocchie. “E questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente”, è la previsione di Papa Francesco che confida nella “saggezza del popolo di Dio”.

Sinodo: l’itinerario definito dalla Cei

Nei giorni dell’Assemblea generale, i Vescovi italiani hanno accolto le parole del Santo Padre e iniziato a ragionare sull’itinerario da seguire. “Il nostro percorso sinodale – ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei – vuole camminare in sintonia con quello del sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia”.

Il sinodo “verrà scandito da tre momenti: l’ascolto, la ricerca e la proposta”, ha spiegato mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara. E i tempi potranno collimare con quelli del sinodo della Chiesa universale. “I due percorsi sono armonizzabili”, ha assicurato il vicepresidente della Cei, “a partire dal primato dell’ascolto. Sarà il primo esempio di Chiesa universale e Chiesa nazionale che crescono insieme: più cresce l’una, più cresce l’altra”.

L’auspicio per l’Umbria: ripartire da Foligno

L’auspicio è che – anche per le Chiese umbre, in anni di scelte e cambiamenti profondi come quelli che le attendono – sia il tempo di nuova semina e fertilità, magari incrociando il cammino sinodale nazionale con quanto di buono aveva espresso l’Assemblea ecclesiale regionale dell’ottobre 2019 a Foligno.