“Vogliamo su questo punto essere chiari e inequivocabili. La questione che poniamo non è economica, è una questione antropologica”. Simone Pillon ha aperto così la prima Conferenza regionale sulla famiglia. “Siamo cioè portatori di una antropologia antica e nuova insieme, – ha continuato il presidente del Forum delle famiglie dell’Umbria – che pone le sue basi nella difesa integrale e autentica dell’uomo e della donna senza se e senza ma, senza distinguo alcuno”. Pillon ha parlato a nome delle famiglie che “oggi sono qui a chiedere da che parte sta il Comune di Perugia, la Regione, la Provincia. Non è uguale far famiglia o no, aprirsi alla vita o no, accogliere un anziano in casa o no, badare a un disabile o no. Non stiamo parlando di soldi” ha detto, anche se poi “parleremo anche di quelli”.“Abbiamo, avete livellato le scelte: è tutto uguale, tutto sullo stesso piano, tutto indifferente. E così stiamo, state uccidendo la speranza nelle giovani generazioni, togliendo loro ogni ideale, ogni responsabilità, ogni scelta forte e coerente. Ma il tessuto sociale ancora regge, – ha commentato – il popolo generoso ancora conserva gelosamente le sue radici. Siamo quelli del referendum sulla legge 40, siamo quelli del family day. Noi vogliamo difendere l’uomo e la donna sempre, costi quel che costi, ne vale la pena. Invitiamo le istituzioni a venire con noi in una nuova grande alleanza per la vita, per la famiglia, per un umanesimo integrale per una civiltà dell’amore dove persone, famiglie, giovani, associazioni e istituzioni si impegnino insieme. Solo così l’Umbria avrà un futuro”. Nel suo discorso ha chiarito anche, da ‘laico’, perchè il Forum è per la difesa della vita in ogni sua fase. “Nel 1938 nel Parlamento di questo Paese furono approvate leggi sciagurate e razziste che distinguevano tra uomo e uomo solo sulla base dell’etnia e della religione. Tutti abbiamo orrore di tali decisioni che tuttavia oggi si stanno nuovamente reiterando. Nel 1978 quello stesso Parlamento democraticamente eletto ha legalizzato una atroce discriminazione tra uomo e uomo non sulla base dell’etnia ma su quella dell’età: fino a tre mesi dal concepimento sei carne da macello, oltre i tre mesi vivrai. Non sulla base dell’etnia ma su quella della salute: se sei down, cieco, sordo, paraplegico sei carne da macello, se sei sano vivrai”. “E oggi – ha proseguito, citando l’eutanasia, l’utero artificiale, l’adozione per le coppie gay – nuove, ancor più atroci discriminazioni si affacciano sulla scena”. L’uomo cui pensa Pillon, è un uomo che “sa amare, sa credere, sa immaginare, sa soffrire”. “Certo che si soffre a star fedeli alla propria moglie o marito anche se non ci si sente capiti, compresi, – ha detto – ma stare insieme è un bene più alto. Certo che si soffre a dare la vita, ad alzarsi di notte a spendere i propri averi per uno due tre cinque dieci undici figli ma quelle vite umane non sono forse un bene maggiore? L’anziano, il disabile accolti non sono discorsi astratti ma fatti quotidiani di vita delle migliaia di famiglie dell’Umbria. Queste sofferenze, fatiche liberamente scelte per amore sono la forza che salva. Salva la città, salva la regione, salva l’Italia, salva il mondo. La sofferenza è fertile, l’egoismo è sterile. Sono scelte difficili ma ne vale la pena. Uno sguardo ai figli, un abbraccio al nonno, sono sufficienti a ripagare di tutto. E l’uomo è capace di trascendenza”.
Simone Pillon: “Da che parte stanno le istituzioni?”
AUTORE:
M.R.V.