Come tradizione, il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, il Papa ha presieduto nella basilica di San Pietro in Vaticano la celebrazione in cui ha benedetto i “pallii” destinati ai 46 Arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno.
La giornata in tempi recenti ha assunto anche valore ecumenico. All’Angelus dello stesso giorno, ha infatti ricordato la presenza di una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli alla liturgia; delegazione “venuta a Roma a nome del Patriarca ecumenico, il carissimo fratello Bartolomeo I, per partecipare, come ogni anno, alla festa. Anche questa presenza è segno dei fraterni legami esistenti tra le nostre Chiese”.
Con una “coda” legata all’attualità: “La nostra preghiera oggi è soprattutto per la città di Roma, per il suo benessere spirituale e materiale”.
“La lettura tratta dagli Atti degli apostoli – aveva detto Papa Bergoglio all’omelia della messa – ci parla della prima comunità cristiana assediata dalla persecuzione… Tuttavia non vorrei soffermarmi sulle atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni, purtroppo ancora oggi presenti in tante parti del mondo, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutti. Vorrei invece oggi venerare il coraggio degli apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un Impero pagano; venerare la loro vita cristiana che per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”.
Nel prosieguo dell’omelia rivolta ai Vescovi presenti, il pensiero è andato al Santo umbro per eccellenza: “La Chiesa vi vuole uomini di testimonianza. Diceva san Francesco ai suoi frati: ‘Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole!’ (cfr Fonti francescane, 43)”.
Poi, echeggiando una nota espressione di Paolo VI: “Oggi non c’è tanto bisogno di maestri, ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti; testimoni che non si vergognano del nome di Cristo e della sua croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo.
Sull’esempio di Pietro e di Paolo e di tanti altri testimoni lungo tutta la storia della Chiesa, testimoni che, pur appartenendo a diverse confessioni cristiane, hanno contribuito a manifestare e a far crescere l’unico Corpo di Cristo. E questo mi piace sottolinearlo alla presenza, sempre molto gradita, della delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli”.
Per concludere: “La testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri. Cari fratelli, insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!”.