Al via la decima legislatura della Regione dell’Umbria, e per la fine di questa settimana dovrebbe esserci anche la guida a palazzo Cesaroni. La seduta di insediamento (giovedì 9 luglio ndr) sarà curata dal “consigliere anziano”, il socialista Silvano Rometti; si dovranno eleggere il nuovo presidente dell’assemblea e l’ufficio di presidenza. Al momento la strada sembra spianata per Donatella Porzi (Pd), la “signora delle preferenze”, che diventerebbe la prima donna presidente del nostro Consiglio regionale.
Probabilmente verrà eletta al quarto scrutinio, previsto per venerdì 10 nel pomeriggio, quando sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Per centrare il risultato nei primi tre scrutini occorrerà una maggioranza dei quattro quinti, quindi almeno 16 voti, mentre nella quarta, il quorum si abbassa: per l’elezione del presidente, basterà la maggioranza assoluta. Basta ricordare che i voti, complessivamente, sono 21, di cui 10 democratici (11 con la Marini). I membri dell’ufficio di presidenza rimarranno in carica 30 mesi e saranno rieleggibili.
L’indicazione del segretario regionale Pd, Giacomo Leonelli, capogruppo annunciato del gruppo consiliare, è per la Porzi, “una proposta di qualità – ha osservato. – E con due donne nei ruoli apicali della Regione Umbria, si dà un segnale importante di attenzione alle tematiche della parità, oltre che di apertura alla società”.
Si parla di vicepresidenza per Marco Vinicio Guasticchi (Pd), che avrebbe aspirato alla presidenza, mentre per la minoranza pare certa la nomina del leghista Valerio Mancini: sarebbe una novità storica, con la Lega per la prima volta nell’ufficio di presidenza di palazzo Cesaroni.
Per la presidenza di alcune commissioni si fanno i nomi di Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale), e di Marco Squarta (Fratelli d’Italia) o Raffaele Nevi (FI) per la commissione Controllo e garanzia, in genere appannaggio della minoranza. Questo è il quadro, a poche ore dall’inizio degli scrutini.
Però in questi giorni le polemiche ci sono state, soprattutto nel Pd, e molto accentuate tra le sue varie componenti. Quasi contemporaneamente la minoranza del Pd umbro, rappresentata in Consiglio solo da Attilio Solinas, ha promosso un coordinamento, firmato da 90 esponenti, allo scopo di creare “una rete capillare in grado di ridare forza e voce alla Sinistra nella società regionale, attraverso un’azione politica condivisa anche con le forze sociali e con tutti i soggetti che intenderanno unirsi a essa”.
L’obiettivo è quello di sviluppare politiche di sinistra, nel centrosinistra, per far tornare a votare Pd alcuni di quelli che vengono visti come gli “azionisti di riferimento” del partito, presenti “nel mondo del lavoro, della scuola e, in generale, i più colpiti dalla crisi”. Vi partecipano, tra gli altri, l’ex sindaco di Perugia, Renato Locchi, l’ex segretario regionale Lamberto Bottini, Piero Mignini, Mario Bravi, lo stesso Solinas, Vincenzo Riommi.
E con tutto questo intrecciarsi di movimenti e di posizioni, sarà così tranquillo lo scrutinio per la guida di palazzo Cesaroni?