Ora va di moda la sinistra “plurale”, cioè la sinistra a più voci capace di un più ampio confronto. La definizione sembra piacere in particolare a Rifondazione Comunista che auspica, a livello nazionale, di “riaprire un dialogo nuovo con le altre forze della sinistra”. Ma le elezioni sono alle spalle solo da pochi giorni. C’è ancora troppa tensione da smaltire dopo il voto, anche in Umbria. Il centrosinistra ha, di fatto, conquistato tutti i collegi a disposizione ma si potrebbe parlare anche di “vittoriosa batosta”. Perchè la Quercia ha perso quasi il 7 per cento e se i Democratici di Sinistra arretrano in modo così netto, ci possono essere ripercussioni nella coalizione che sostiene la Giunta regionale. Rifondazione comunista ha polemizzato con coloro – soprattutto il Pdci – che accusano il partito di Bertinotti di aver favorito la vittoria di Berlusconi. “E’ assoluta incapacità di lettura dei processi politici e culturali che hanno determinato il successo della destra”, ha tuonato Stefano Vinti, segretario regionale di Rifondazione comunista sottolineando in particolare che il Pdci “si è esercitato costantemente nel dileggio e nella calunnia nei nostri confronti, in quanto non ha una linea politica, come dimostra il raggelante risultato elettorale”. Ma lo stesso Pdci – che da mesi auspica un ingresso nella Giunta regionale – fa registrare la polemica uscita di scena di Leonardo Caponi, capogruppo al Comune di Perugia, senatore uscente, non ricandidato a beneficio della Bellillo. Caponi ha parlato di “fallimento del progetto politico dei Comunisti italiani” accusando i vertici di “logica di clan” senza affidarsi alla “selezione qualitativa della classe dirigente”. Il senatore comunista ha accusato il Pdci di averlo “spinto fuori dal partito”. Ora si metterà a disposizione “per lavorare per una grande sinistra unita”. Tanti nodi restano da sciogliere e questa divisione esasperata, per niente “plurale”, della sinistra non porta a soluzioni facili da individuare anche per la scelta di importanti cariche. Dovranno essere scelti i sostituti dei tre neoparlamentari: Marina Sereni nella Giunta regionale, Alberto Stramaccioni, alla guida dei Ds, Paolo Brutti per la presidenza dell’Apm. Il coordinatore regionale della Quercia, Edoardo Gobbini sostiene, tra l’altro, che il centro sinistra “deve rigenerarsi culturalmente ricercando nuovi equilibri e su questi scegliere la propria classe dirigente, della quale dovranno far parte uomini e donne normali, nel significato più autentico di questo termine”. In questo quadro forse per la sinistra “plurale”, è ancora presto.
Si riapre il dialogo nella “sinistra plurale”
Analisi del dopo voto nella sinistra umbra
AUTORE:
R.C.