Il piano di protezione civile del Comune di Perugia, consultabile sul sito Internet, classifica a rischio la zona di Ponte Valleceppi. La presenza di una distilleria e di un deposito di gas è ritenuta ad alto pericolo ambientale ed umano, tanto che è stato stilato un piano di evacuazione, con l’indicazione di zone sicure dove la popolazione si può rifugiare in caso di incidente. Nella notte tra domenica e lunedì si sono vissuti attimi di paura e di roventi polemiche. Alle cinque del mattino si sono udite tre violente esplosioni ed una colonna di fumo si è levata dalla distilleria. In molti, presi dal panico, hanno caricato armi e bagagli in auto e sono fuggiti per il timore che l’incendio si propagasse ai vicini depositi del gas. L’intervento di due squadre dei Vigili del fuoco di Perugia ha circoscritto il focolaio all’interno dello stabilimento di distillazione dei liquori. Il fuoco si è generato all’interno di un silos nel quale vengono convogliati i fumi della bruciatura della vernaccia. L’alta temperatura e i materiali residui hanno causato l’incendio che ha danneggiato solo alcuni filtri. L’incidente, però, ha sollevato polemiche sulla pericolosità degli impianti. “L’incendio rappresenta un episodio grave. Nella nostra circoscrizione oltre alla distilleria, ci sono lo stabilimento Liquigas e due impianti di betonaggio – dice Goffredo Moroni, presidente del Comitato ambiente “I mulini di Fortebraccio” – per ultimi sono arrivati anche tre nuovi impianti di telefonia mobile. Non ci fidiamo dei controlli aziendali, quelli dell’Arpa sono molto sporadici”. Sotto accusa non c’è soltanto il tipo di lavorazione dell’azienda, ma anche la mancata attivazione della sirena di allarme. “Si tratta del terzo incidente dal 1998 a oggi – conclude Moroni – e questo è in assoluto il più grave mai registrato”. Angelo Velatta, dei Verdi ecologisti ha definito “gravissimo” l’incendio della distilleria di Pontevalleceppi, sostenendo che non è compatibile con l’area dove è posta. Sulla vicenda bisogna registrare anche l’intervento di Legambiente che chiede “la delocalizzazione dell’impianto della distilleria Di Lorenzo, obsolescente e pericoloso per le zone limitrofe, soprattutto per la vicinanza con il deposito della Liquigas”. Chiamata in causa l’Agenzia regionale per l’ambiente ha espresso la propria posizione per bocca del direttore del Dipartimento provinciale Alberto Micheli: “la distilleria non ha proceduto con le dovute manutenzioni e i necessari controlli, sicché si è venuto a creare un disservizio. L’elettrofiltro è fuori servizio, sicché l’azienda procede al momento solo con la lavorazione del vino. Decideremo se porre o meno ulteriori limitazioni all’attività della distilleria”. Il titolare della Distilleria Di Lorenzo, Gianluca Di Sarno, è però di parere diverso: “le fiamme hanno interessato l’impianto di depurazione dei fumi che è ben circoscritto. Non c’è stato dunque alcun pericolo di scoppio nella distilleria. Non abbiamo suonato la sirena perché non è stato un provvedimento ritenuto opportuno. L’incendio è stato infatti subito circoscritto”. Il Comune di Perugia, attraverso il vice sindaco Silvano Rometti ha ricordato che nei mesi scorsi c’era stata anche una simulazione di evacuazione nelle scuole della zona e alle famiglie era stato inviato un opuscolo con tutte le informazioni per affrontare un’emergenza. Tra i suggerimenti, l’allontanamento immediato dalle abitazioni e il rifugio in punti sicuri individuati nel piano d’emergenza, stilato dagli esperti del Comune. A giudicare dal traffico e dalla paura della gente quell’opuscolo non è stato letto da molti. Il Comitato Molini di Fortebraccio, intanto, ha deciso di riunire il direttivo per discutere la vicenda riproponendo la gravità della situazione nella zona.
Si chiede la “delocalizzazione” dell’impianto della distilleria
Polemiche sulla pericolosità degli impianti dopo l'incidente di Ponte Valleceppi
AUTORE:
Umberto Maiorca