Quattro gli intervenuti che mercoledì mattina hanno offerto la propria riflessione, in diretta dalla cattedrale di Cremona, alla 71° Settimana liturgica nazionale: Mons. Giampiero Palmieri, la prof.ssa Anna Maria Baldacci, e con un dialogo conclusivo sulla presenza e assenza generazionale nell’assemblea liturgica, Don Manul Belli e don Michele Falabretti.
Conversione liturgica
Il vescovo Palmieri, arcivescovo vicegerente di Roma, ha tematizzato l’assemblea domenicale culturalmente diversificata, per poi suggerire una conversione degli stili e dei ritmi celebrativi. Si domanda, difatti, il prelato: “Quale liturgia domenicale in questo mutato contesto interculturale, globalizzato, liquido e gassoso? Quali conversioni siamo chiamati ad attuare a livello di ritmi e a livello di stile?”. Per entrambe le dimensioni, ritmo e stile, suggerisce tre conversioni: per il ritmo sono quelle del riscoprire nell’assemblea convocata il tempo della gratuità, del riposo e delle relazioni ospitali; mentre per lo stile le conversioni da attuare, secondo mons. Palmieri, sono quelle del riappropriarsi di una forma liturgica familiare ed essenziali, universale e al contempo personalizzato.
Ministerialità liturgica
È seguita poi la relazione di Anna Maria Baldacci, dell’Ufficio di pastorale catechistica di Torino, che ha sottolineato l’importanza delle ministerialità liturgica perché “la celebrazione liturgica non può mai dirsi opera di un singolo, poiché essa è sempre espressione di una comunità. È necessario riconoscere come l’attuazione della riforma liturgica – spiega la relatrice – è stata intesa in alcuni casi in senso puramente esteriore (tutti devono fare qualcosa) e disordinato (tutti possono fare tutto). Questo attivismo, che contraddice la sapienza conciliare secondo cui «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno […] si limiti a compiere tutto e soltanto ciò che […] è di sua competenza» (cfr. SC 28-29; OGMR 91) ha prodotto, in alcuni casi, una certa frenesia, e in altri, una diffusa e persistente passività. Occorre aiutare le comunità a prendere consapevolezza del proprio diritto e dovere partecipativo non per l’opera generosa di qualcuno, ma per uno stile celebrativo condiviso”.
I bambini e gli adolescenti mancano a Messa
Infine, la mattina si è conclusa con il dialogo tra due sacerdoti bergamaschi, don Manuel Belli, insegnante di liturgia, e don Michele Falabretti, incaricato per il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Entrambi hanno costatato l’assenza alla celebrazione liturgica di diverse fasce d’età. Adolescenti, giovani, bambini piccoli, come anche i genitori dei fanciulli in età d’iniziazione cristiana, sono assenti alle liturgie. I due sacerdoti hanno concordato sulla necessità di iniziare alla fede, gradualmente, affinché tutte le generazioni possano essere integrate nell’assemblea domenicale.