Settimana di Passione

Editoriale

La Settimana santa, chiamata anche settimana di Passione, è iniziata contemporaneamente nei testi sacri, letti nelle chiese, e nella tragica vicenda del terremoto in Abruzzo. Purtroppo, però, non durerà solo una settimana. Le vittime rimaste sepolte dalle macerie, più di 270, di cui 17 bambini, con l’aggiunta di un migliaio di feriti e 28 mila sfollati, con gente che non ha più casa, tutta questa mole di morte e tristezza rimarrà presente come una spada nella carne e continuerà a provocare sofferenza e lacrime senza fine. Si continua a scavare, a rimuovere le macerie, a predisporre tende e centri di accoglienza e ad abbozzare progetti di ricostruzione. Si nota un grande fervore di attività dei corpi specializzati, forze dell’ordine, volontari. La Chiesa piange e prega, tutta raccolta attorno al vescovo Molinari, un pastore mite e sollecito, pronto a spendersi per la sua gente insieme ai suoi preti, molti dei quali hanno visto crollare chiese, canoniche e campanili. Tutti i Pastori della Chiesa italiana, così come il Papa, hanno espresso solidarietà, si sono uniti alle preghiere della gente colpita da questa disgrazia, e hanno proposto per domenica prossima una colletta speciale per i terremotati. Nella vicenda tragica si innestano tante storie di dolore e di amore, di eroismo e di dedizione che un giorno dovranno essere raccontate anche per riappropriarci della stima per l’umanità, evitando che lo sciacallaggio di alcuni occupi la scena. La storia ad esempio di quei generosi volontari che hanno scavato subito nella notte a mani nude e poi, insieme agli operatori organizzati della Protezione civile e a squadre partite anche dall’Umbria, hanno ottenuto risultati positivi, salvando persone rimaste sepolte parecchie ore, come la ragazza di 24 anni estratta dopo 42 ore. La dignità e compostezza della gente colpita dal sisma e la unanime collaborazione di tutti per affrontare nel migliore dei modi possibili la tragedia abruzzese sono gli unici elementi di conforto che alimentano la speranza nella ricostruzione del futuro per quella terra aspra e forte. Per una volta tanto abbiamo sentito parole consonanti di Governo e opposizione e dichiarazioni di collaborazione da parte di enti pubblici e privati. Nella sofferenza le persone riescono a scoprire il meglio che è dentro ognuno, come avverte il Salmo ove dice che ‘l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali’. Non dovrebbe esserci la necessità di lezioni così severe. Ma visto che queste purtroppo ci sono e si ripetono, non si dovrebbero lasciar cadere nel vuoto, facendo finta di non vedere e non sapere. Prendiamo atto della precarietà e fragilità del nostro essere al mondo. Precarietà e fragilità anche di tutto ciò che l’uomo riesce costruire e di cui spesso non resta pietra su pietra. Tutto è soggetto a crollare sotto l’impeto della violenza naturale o umana (disumana), che si manifestano sotto varie forme. C’è forse qualcosa di incrollabile al mondo?, ci domandiamo. La risposta ognuno può trarla dal fondo della sua coscienza. Noi celebriamo la Pasqua: annunciamo la parola della croce che rimane ferma al centro della storia quale àncora di salvezza; esaltiamo la luce di Cristo che illumina la notte del Sabato santo e proclamiamo da una capo all’altro della Terra la Sua risurrezione.

AUTORE: Elio Bromuri