È uscito di recente l’ultimo rilevamento dell’Istat sugli interventi e i servizi sociali forniti dai Comuni italiani. L’indagine, i cui dati più aggiornati sono riferibili solo al 2009, presenta una panoramica completa offerta dagli enti locali sui servizi concernenti anziani, famiglie, assistenza, non autosufficienti e povertà.
In una delle varie tavole relativa all’area “anziani” sono messi a confronto il numero di utenti, la spesa complessiva e quella per singoli interventi e servizi sociali. Si tratta di uno stringente approfondimento sulla gamma di azioni, trasferimenti in denaro e strutture messe in opera dai Comuni.
Si può così osservare che, a fronte di una spesa totale di poco meno di 1 miliardo e mezzo di euro per tale area (anziani), 746.214.855 euro (52,55%) sono stati utilizzati per “Interventi e servizi” (servizio sociale professionale, integrazione sociale, assistenza domiciliare, servizi di supporto). 386.638.078 euro (27,17% del totale area anziani) sono stati impiegati quali “Trasferimenti in denaro” (contributi per servizi alla persona, rette per prestazioni residenziali, contributi economici per integrazione al reddito familiare). Infine, 289.959.122 euro (20,38%) sono stati destinati a varie “Strutture” (a ciclo diurno o semi-residenziale, comunitarie e residenziali).
Delle varie spese per interventi e servizi, quella più rilevante, di 576.994.886 euro (pari al 77,32%), riguarda l’assistenza domiciliare. E tra i vari tipi di tale assistenza, quella domiciliare socio-assistenziale assorbe ben 339.990.115 euro, pari al 58,92% del totale assistenza domiciliare, soddisfacendo 182.747 utenti con una spesa media per utente di 1.860 euro. Per l’assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari sono stati destinati 76.479.626 euro (13,25%) soddisfacendo 103.644 utenti con una spesa media per utente di 738 euro.
È interessante conoscere come si sono comportati i Comuni dell’Umbria. Ce lo consente una prima tabella che riguarda la spesa per interventi e servizi sociali suddivisa per regione e ripartizione geografica. Rispetto alla spesa totale (in Italia), di poco superiore ai 7 miliardi di euro, l’Umbria spende 85.585.389 euro, pari all’1,2 per cento. Ma si va da 1.208.044.688 euro della Lombardia (17,3%) ai 37.154.128 della Basilicata (0,5%). Si tratta tuttavia di dati poco significativi in quanto proporzionali alle popolazioni. Più significativo appare considerare la spesa pro-capite che ci viene offerta dal rapporto tra spesa e popolazione residente. Per l’Umbria tale spesa risulta pari ad euro 95,4; mentre per le succitate regioni risultano rispettivamente 123,5 euro per la Lombardia e 63,0 euro per la Basilicata. Nella relativa graduatoria di spesa pro-capite delle 22 regioni considerate, i Comuni dell’Umbria si trovano al 14° posto.
Altra tabella che ci consente di verificare gli interventi dei Comuni dell’Umbria riguarda l’assistenza domiciliare integrata con i servizi sanitari, dove vengono specificati, per ogni regione e ripartizione geografica, gli utenti, la spesa e la spesa media per utente. Scopriamo così che, dei 76.479.626 euro che sono stati spesi in Italia, i Comuni dell’Umbria hanno utilizzato 1.255.628 euro, l’1,64% della spesa totale, distribuendola fra 846 utenti assistiti, che rappresentano lo 0,84% del totale degli assistiti in Italia (103.644). Si riscontra cioè una percentuale relativamente alta di risorse erogate per una percentuale relativamente bassa di utenti. Ciò ha consentito un’erogazione media per utente di 1.484 euro, che risulta ben superiore a quella di 738 euro indicata per l’Italia. In Calabria, per un opportuno confronto, una delle regioni in cui la spesa media per utente risulta tra le più basse (220 euro), con un impegno di spesa di 131.628 euro (0,17%) sono stati assistiti 598 utenti (0,57%). Nella relativa graduatoria di spesa media per utente delle 21 regioni, i Comuni dell’Umbria si trovano all’11° posto.
I dati quantitativi riportati non ci consentono, ovviamente, di valutare l’efficacia delle risorse finanziarie impiegate dai vari Comuni e, quindi, la loro rispondenza ai bisogni degli utenti. Occorrerebbe un’apposita indagine per raccogliere il loro grado di soddisfazione. Valutando il rapporto tra spesa e popolazione residente ovvero tra spesa e numero di utenti assistiti, come riferito nelle due tabelle sopra richiamate, i Comuni dell’Umbria sembrano offrire una risposta, pro-capite o per utente, quantitativamente soddisfacente. Resta l’incognita degli eventuali bisogni inevasi, parzialmente o totalmente.