Marcello Rinaldi *
La notizia della nomina a vescovo di Terni, Narni e Amelia di don Francesco Soddu, oltre ai tanti elementi di gratitudine e di speranza per un rinnovamento della pastorale nella nostra regione, rimanda alla memoria la lunga collaborazione nella pastorale della carità.
Ho incontrato per la prima volta don Francesco in una delle riunioni della Presidenza nazionale di Caritas italiana, l’organismo più importante per il coordinamento di tutte le Caritas delle diocesi italiane, organo a cui ho avuto l’onore di partecipare per un triennio in rappresentanza delle regioni del Centro Italia. Don Francesco giunse allora improvvisamente a Roma, era stato appena nominato per sostituire l’allora direttore nazionale don Vittorio Nozza. La Presidenza era già stata convocata e lui non volle rimandare: accettò subito di incontrarci.
Si abbandonò, però, l’ordine del giorno, pur importante, per confrontarci liberamente sul senso profondo della pastorale della carità di una Chiesa che non voleva lasciare indietro nessuno nella realtà di un Paese che era appena entrato in una profonda crisi economica.
Ci fu un feeling immediato. Di don Francesco ci colpì l’empatia e l’attenzione a ciascuno di noi, alle nostre storie diverse, alle nostre diverse sensibilità, e ci colpì la sua profonda spiritualità di comunione ecclesiale. Aveva chiara la percezione che occorreva impegnarci di più nella collaborazione con tutti gli organismi pastorali della Chiesa italiana, proprio per poter “servire meglio”. Terminata l’esperienza della Presidenza, ho naturalmente continuato a collaborare con don Francesco fino a questi giorni, fino al Consiglio nazionale dell’ottobre scorso, finalmente in presenza, dopo gli anni degli incontri online a causa dell’emergenza sanitaria, sperimentando con lui, come fratello maggiore, la fantasia della carità per affrontare le nuove povertà.
Un altro momento particolare di attenzione di don Francesco e di Caritas italiana nei confronti della nostra regione fu il periodo dell’emergenza dell’ultimo terremoto. Volle, da subito, che tutti i direttori dell’Umbria insieme a lui visitassero le diocesi e i territori colpiti, per individuare – sempre insieme – i migliori interventi per essere “accanto alla gente”.
E credo che queste caratteristiche, unite a una forte spiritualità del “dono” segneranno anche il nuovo servizio dell’episcopato a cui è stato chiamato per la diocesi di Terni-Narni-Amelia e per tutta l’Umbria.
* delegato regionale Caritas