Il Natale dei mercatini dell’artigianato, degli oggetti e delle decorazioni fatte a mano è tornato anche a Perugia. Tra gli espositori alla Rocca Paolina, il 15 e 16 dicembre ci saranno anche degli artigiani d’eccezione: si tratta dei “ragazzi” del Centro Sereni – Opera Don Guanella di Perugia.
“Ragazzi” è il termine che usano affettuosamente gli educatori ed operatori del Centro, ma in realtà si tratta di uomini adulti affetti da disabilità cognitiva grave. Lo scorso 4 dicembre è stato inaugurato nell’atrio di Palazzo dei Priori, un presepe da loro realizzato con statuine create durante il laboratorio di ceramica, mentre altri manufatti sempre frutto dei laboratori, saranno esposti appunto sulle bancarelle.
I laboratori occupazionali sono terapeutici
“I laboratori occupazionali sono una particolarità del nostro Centro e di tutta l’Opera Don Guanella racconta la coordinatrice Maria Mastrone – . Sono il mezzo che utilizziamo per far passare l’intervento educativo e la riabilitazione”. La realizzazione dei manufatti natalizi richiede mesi di lavoro e l’ausilio di personale specifico che segue i ragazzi e assegna loro i compiti a seconda delle capacità di ognuno.
“Tutto comincia con la raccolta dei legnetti durante le uscite e le passeggiate, legnetti che vengono poi lavorati, lucidati e tagliati in laboratorio. Stessa cosa per la ceramica: un ceramista ha insegnato ai ragazzi come lavorare la creta e loro hanno modellato le statuine del presepe i cui dettagli sono poi stati ridefiniti dall’insegnante” spiega Mastrone.
Il mercatino natalizio serve anche a motivare i “ragazzi”
Il mercatino natalizio non è il fine ultimo dei laboratori occupazionali, che consiste, come detto, nella riabilitazione. La vendita degli oggetti e l’esposizione del presepe offre però una valida mèta. “Ai ragazzi serve una motivazione per cui lavorare, l’obiettivo finale dà senso al loro impegno quotidiano – sottolinea la coordinatrice del Centro – .
Altra cosa importante è la gratificazione: quando si arriva alla fine del percorso portiamo il gruppo in pizzeria insieme agli educatori, oppure a fare una gita al lago o al mare”. La giornata di svago viene pagata proprio con i ricavi delle vendite dei manufatti mentre il resto è impiegato per l’acquisto di nuovi materiali per i laboratori.
“Quando andiamo a comprare le materie prime portiamo anche alcuni dei ragazzi così capiscono che possiamo pagare grazie al loro lavoro. Questo perché alcuni di loro, quelli che riescono a verbalizzarlo, altrimenti si chiedono ‘Io lavoro ma alla fine dov’è il mio stipendio?’”
La risposta della gente
I ragazzi che si stancano meno e che hanno meno problemi comportamentali partecipano direttamente anche alle vendite: “A volte spiegano alle persone che si avvicinano alla bancarella come hanno realizzato quell’oggetto e perché. Per loro è una bella soddisfazione” racconta Mastrone.
La reazione della gente che passa però non è sempre di accoglienza. “La maggior parte delle persone purtroppo non si fermano neanche a dare un’occhiata. La diversità e la disabilità non sono sempre facili da comprendere. È anche per questo che organizziamo i mercatini, non solo nel centro storico, ma anche in alcune parrocchie del territorio. Vogliamo farci conoscere, spiegare il nostro lavoro e quello dei ragazzi. Spesso infatti la mancata accoglienza è frutto della cattiva conoscenza”.
Valentina Russo