Domenica scorsa le Caritas parrocchiali della diocesi si sono riunite in assemblea alla presenza del Vescovo, con la partecipazione stimolante di padre Vittorio Viola, direttore della Caritas di Assisi-Nocera-Gualdo. È stato un appuntamento utile per condividere le iniziative, le attività e i servizi portati avanti. Sono emerse le fatiche dovute spesso alla difficoltà di coinvolgere e smuovere la comunità, ma anche la gioia nel vedere i passi che sono stati fatti negli ultimi anni, soprattutto dove si è scommesso su un’organizzazione per zone pastorali. Questa ci sembra una strada importante da percorrere nei prossimi anni, per necessità, viste le dimensioni esigue di molte delle nostre parrocchie, ma anche per convinzione pastorale: la carità come dimensione da vivere innanzitutto all’interno della comunità cristiana con modalità operative “di comunione”, oltre i particolarismi e le sterili chiusure. Padre Viola ha invitato a riscoprire quale dimensione di carità siamo chiamati a vivere, ripartendo da una delle domande presenti nel questionario della visita pastorale che il Vescovo ha da poco iniziato: “La nostra comunità è segno vivente della carità di Dio verso ogni uomo?”. I nostri gesti, servizi, interventi dovrebbero lasciar passare quest’amore, capace di lasciarsi “macinare, stritolare, mangiare”. Gesù ce lo ha mostrato lasciandosi precipitare nel nostro abisso e colmando la distanza tra noi e Dio. Gesù con l’avvenimento “incarnazione” ci ha insegnato anche un metodo, quello dell’accoglienza, innanzitutto della sua persona. Accoglienza oltre il ragionamento, come insegna Pietro che getta di nuovo le reti contro ogni evidenza. E la qualità di questo amore che passa attraverso di noi diventa annuncio celebrato nella liturgia, luogo dell’incontro vivo con il Signore Gesù, dalla quale tutto riparte come in un circolo virtuoso. In quest’ottica dovremmo leggere il nostro impegno nella Caritas come un atto di misericordia di Gesù verso di noi, sempre bisognosi di imparare il suo amore. A partire da questo senso profondo del nostro servizio, padre Vittorio ha indicato alcune piste operative preziose. Innanzitutto evitare che la comunità veda il gruppo Caritas come “quelli ai quali delegare la carità”, passando dalla modalità del “dare le risposte” a quella del “cercarle” dentro la comunità attraverso un’opera instancabile di animazione, per intercettare i bisogni e le disponibilità che sono sempre superiori a quanto noi, spesso sbrigativamente, immaginiamo.
Segni viventi dell’amore divino
Assemblea delle Caritas parrocchiali della diocesi, con intervento di padre Vittorio Viola
AUTORE:
Luca Uccellani