L’incontro sul disagio dei cattolici di fronte ala politica, che si è svolto il 30 aprile, promosso dal Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) e da questo settimanale La Voce, ha avuto un buon successo per la presenza di molte persone, per la molteplicità delle domande, il dialogo vivace e rispettoso delle diversità di posizione e la passione con la quale i due personaggi politici hanno affrontato le questioni proposte. Ha introdotto i lavori Carlo Cirotto, presidente del Meic, che ha dichiarato il disagio suo e di molti suoi colleghi docenti universitari e intellettuali cattolici, di fronte alla complessità e conflittualità delle posizioni politiche. La scomparsa di un punto di riferimento definito e riconoscibile crea disorientamento anche tra persone che sono equipaggiate culturalmente, per cui c’è da pensare che il disorientamento sia diffuso anche tra la gente comune. Un primo intervento è stato fatto dal direttore de La Voce don Elio Bromuri, il quale, più che entrare nel merito, ha rifatto la storia del problema come si è presentato recentemente nelle pagine del settimanale, dove per due mesi si è animato un dibattito sotto la rubrica del “silenzio dei vescovi”. Una questione sulla quale si sono espressi personaggi conosciuti e semplici lettori e che è rimbalzata su una rivista nazionale (Settimana) il che sta a indicare che il disagio dei cattolici nei confronti della politica, nella necessità di operare delle scelte è largamente diffuso. A Giampiero Bocci e a Enrico Sebastiani sono state poste delle domande da parte della giornalista Maria Rita Valli, la quale ha chiesto che cosa si aspettano i politici dai loro elettori cattolici e come possa un cattolico influenzare le scelte politiche secondo la dottrina sociale cristiana. I due politici hanno dichiarato la loro determinazione a svolgere un servizio a difesa di alcuni valori fondamentali per il bene della società, cercando di rimanere fedeli ai loro principi ideali. Ma hanno soprattutto dichiarato la difficoltà oggettiva in cui operano, lamentatndo una certa sensazione di isolamento dal mondo cattolico che non offre sufficienti supporti di persone e di idee al loro lavoro. Per Bocci nella situazione attuale in cui i partiti che fanno espresso riferimento alla dottrina sociale della Chiesa sono minoranza, i cattolici impegnati in politica devono puntare ad un’azione di “contaminazione” in senso cristiano delle scelte politiche, accontentandosi anche di risultati che rappresentano il minor male. L’incontro è servito a molti per esprimere le loro richieste di maggiore collegamento tra vertici e base per evitare il distacco tra le istituzioni e la base della società.