martedì, 28 Gennaio 2025
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Se il Natale mancasse

Se il Natale mancasse saremmo tutti più poveri in umanità. Torna invece, come ogni anno, con il suo carico di promesse e di attese. E torniamo anche noi, come ogni anno, ad emozionarci per vecchia abitudine, aspettando che succeda qualcosa di bello e di interessante. Non succede nulla, però, se non rinnoviamo l’attesa e l’accoglienza dell’unica novità che può cambiare l’esistenza: quella del piccolo Nato del presepio, fattosi maestro di novità di vita. Quel Bimbo infatti non ha segni di grandezza, ma può fare grandi nell’amore. ‘Vi è un solo mezzo al mondo, diceva Musil, per rendere bella una persona o una cosa, ed è quello di amarla’. Quel Bimbo sa amare e sa far amare.

Nei giorni di Nassirija il papà di un caduto per la libertà osservava: ‘Italiani, un popolo strano: però amano e si fanno amare!’. Hanno imparato infatti, lo sappiano o no, da quel Bambino, dal Natale d’ogni anno, a nutrirsi di misericordia e di pace, e all’occasione sanno tirar fuori dal cuore quel timbro di umanità che è il migliore antidoto contro l’imbarbarimento. ‘Il Natale è perciò l’evento che fonda anche la possibilità d’una vita civile segnata dalla costruttività e dall’accoglienza’, leggo in Tracce.

Non voglio enfatizzare un buonismo di maniera, meno che meno esaltare certa ritualità pagana che si va addossando alla festa cristiana; però non posso non leggere in positivo certo inconsapevole desiderio di pulizia e di benevolenza che il Natale reca come suo dono a tutti. Certo, non è che questo possa bastare a cambiare il corso degli eventi, dove a farla da padrona e a condannare a morte tanti innocenti sono ancora i tradimenti del messaggio di amore proprio del Natale.

Il Natale però è, a suo modo, anche un urlo muto contro questi tradimenti e un invito imperioso a mitigare almeno qualche ferita. Parliamo perciò di pace, certamente, ma prima ancora di gloria di Dio, giacché la pace annunciata a Betlem può nascere solo come conseguenza della gloria resa a Dio eliminando seriamente il male, e cioè il peccato sia personale che sociale.

Ogni Natale è l’occasione di nuova offerta per aiutarci a cambiare una società da selvatica in umana, e da umana in divina, quella ove regna l’amore. Non perdiamola. Per questo, nonostante tutto, ci auguriamo reciprocamente ‘buon Natale’!

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