‘Il Comune attua azioni positive volte a garantire la famiglia intesa come associazione di affetto’: il comma tre dell’art. 4 del nuovo Statuto comunale, approdato in aula dopo due anni di lavoro dell’apposita Commissione presieduta da Andrea Smacchi (Ds), ha visto diversi consiglieri, di maggioranza e soprattutto di minoranza, sobbalzare sugli scanni. Non sono stati i soli. La famiglia paragonata ad una qualsiasi associazione amatoriale, svuotata dai contenuti che la società, la tradizione, la cultura da sempre le riconosce e, perché la Costituzione li ha dettagliati con l’art. 29. Una dicitura subito al centro di una nutrita serie di emendamenti fin dalla prima analisi: Renzo Menichetti (Prc) ha proposto la cancellazione di ‘associazione di affetti’, Filippo Stirati (Ds), chiede la stessa dicitura dello Statuto regionale (‘il Comune riconosce i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che la Costituzione le affida. Tutela altresì forme di convivenza’), mentre Gianni Chiocci (An) ha suggerito la stessa formulazione della Carta costituzionale allargandola alla tutela della ‘maternità, infanzia e gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo’. Un confronto proseguito fino alla votazione finale che ha consentito di superare situazioni di incertezza a livello di competenze, di sanare decisioni al centro di forti polemiche, di recuperare valutazioni ed analisi quanto meno improprie. Per la prima volta, ad esempio (emendamenti Chiocci e Stirati) lo Statuto assegna al Comune il compito di tutelare (anche se non dettaglia come) l’immagine della Festa dei ceri (evitando un uso distorto o improprio della manifestazione), richiama ‘la nobiltà del palio della Balestra’ e la ‘qualità del suo artigianato artistico’. Risolve, ma a maggioranza – ‘No’ da Aloia (FI), Pascolini e Chiocci (An), astenuto Capannelli (Udeur) – l’aspro contrasto provocato dalla definizione sbrigativa di ‘associazione di affetti’ data alla famiglia, facendo propria la dicitura dello Statuto regionale (proposta Ds) con l’aggiunta ‘riconosce e tutela altresì forme di convivenza’. Recupera lo ‘scivolone’ in sede di commissione provocato dalla proposta abrogativa dei rappresentanti di Rifondazione, avallata da An, reinserendo la figura del Consigliere straniero aggiunto, approvando un emendamento proposto sia da Smacchi (Ds) che da Farneti (Prc). Non passano invece commi che tendevano l’uno a regolarizzare comportamenti lasciati altrimenti alla discrezionalità della maggioranza (alternanza di metà legislatura della presidenza del Consiglio comunale), l’altro a vincolare, a pena di esclusione, i singoli consiglieri alle decisioni della maggioranza dei rispettivi gruppi. Bocciata, insomma, la possibilità dell’esclusione inizialmente prevista. Dopo un lungo confronto, con la mediazione anche del Sindaco, si riconosce al capogruppo il compito di rappresentare la volontà politica e amministrativa del gruppo, che non può essere messa in discussione dalla facoltà di dissentire. Altre novità riguardano l’istituzione della Consulta comunale dei giovani (Guerrini, Ds) e l’impegno di favorire ‘l’impianto sul proprio territorio di fonti di energia rinnovabile’ (Tognoloni, Gruppo misto). I rilievi e le polemiche sono proseguite anche fuori dall’aula. La Convenzione eugubina de ‘La Margherita D.L.’ tramite il presidente Matteo Andresini esprime ‘profonda preoccupazione per l’approvazione dell’articolo 4, comma 3, in cui, di fatto, si configura una sostanziale parificazione tra famiglia così come intesa dall’articolo 29 della nostra Costituzione e altre imprecisate forme di convivenza’. Negativo, su tutto il fronte, il giudizio del capo gruppo di F.I. Nicola Aloia.
Scivolone sulla famiglia
Accese discussioni sul nuovo Statuto comunale, che rischiava di equipararla a un'associazione amatoriale. Il testo finale corre ai ripari, ma qualche polemica resta
AUTORE:
Giampiero Bedini