Catiuscia Marini è la candidata alla presidenza dlla Regione per la coalizione di maggioranza uscente. Il 7 febbraio scorso con il 53% dei voti ha prevalso su Gianpiero Bocci alle primarie del Pd per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Umbria. Marini, il Pd si è lacerato nella battaglia congressuale e poi nella scelta per la presidenza. Come potrà ricomporre queste divisioni? “In realtà il Pd è un partito dove esiste un confronto dialettico e democratico. Il congresso è stato un momento importante per definire il profilo identitario e le linee programmatiche. Abbiamo scelto il segretario nazionale con le primarie, con la partecipazione di oltre 3 milioni di cittadini in Italia ed oltre 80mila in Umbria. Sull’individuazione della candidatura a presidente della Regione il Pd ha avuto un confronto duro, ma aperto e trasparente e la scelta delle primarie – vi hanno preso parte 54mila cittadini di questa Regione – mi sembra una scelta molto più significativa di chi viene scelto nelle stanze di un palazzo romano senza dare nessuna motivazione pubblica. Mi sembra che abbiamo dimostrato capacità di confronto ed anche di ricomposizione, perché abbiamo cultura di governo ed intendiamo lavorare nell’interesse dell’Umbria”. La scelta dell’Udc ha tolto qualche imbarazzo al Pd nella scelta delle alleanze? “A me ha fatto molto piacere che l’Udc, a livello nazionale e regionale, abbia dato la piena disponibilità a sostenere la mia candidatura a presidente, pur in un quadro modificato di alleanze che non è stato possibile definire. Così come ritengo comunque interessante la scelta dell’Udc di presentarsi in maniera autonoma dagli altri schieramenti, in particolare dal centrodestra, considerando che in Umbria per anni è stato l’alleato naturale. Sono anche convinta che a livello nazionale si stia aprendo una nuova fase tra le forze politiche che oggi sono all’opposizione del Governo Berlusconi. Sono convinta che in futuro il Pd ed il centrosinistra dialogheranno in maniera positiva e costruttiva con l’Udc per aprire una nuova stagione della politica italiana”. La candidata Modena parla di gerontocrazia come criterio base nella scelta dei candidati della lista Pd.“La candidata Modena fa della sterile polemica politica, fine a se stessa e che fa parte, questa sì, della vecchia e ‘gerontocratica’ politica. A me non interessa. Preferisco parlare dei problemi che preoccupano oggi i cittadini: il lavoro ed il futuro delle attività economiche. Le cinque liste che sostengono la mia candidatura a presidente hanno persone di qualità con esperienze di governo, di amministrazione e molte competenze professionali; ci sono donne ed anche una nuova generazione di politici e amministratori. Abbiamo costruito delle liste con l’ambizione di governare questa Regione”. La crisi economica investe anche l’Umbria. Quali sono le politiche che metterà in campo per superare questa situazione?“Il mondo del lavoro e dell’impresa sono colpiti da una crisi di cui non si ha ancora un percezione netta e chiara, e che fa dire agli umbri che è il lavoro la loro principale preoccupazione. In questo contesto – dove la disoccupazione cresce, le ore di cassa integrazione si moltiplicano, l’export si contrae, l’accesso al credito è difficile – lo sviluppo passa per scelte coraggiose di semplificazione e capacità di innovazione. Innovazione che dovrà riguardare la pubblica amministrazione e le imprese; si dovrà inoltre investire in università, istruzione e formazione professione; spingere sull’ammodernamento delle infrastrutture; scommettere su un modello sostenibile di crescita che metta in diretta connessione le tematiche dell’ambiente, della ricerca e dell’economia: è il caso delle energie rinnovabili, che rappresentano un’opportunità per valorizzare competenze scientifiche ed imprenditoriali locali”. Della legge sulla famiglia approvata dal Consiglio regionale, cosa pensa? “Il Consiglio regionale dell’Umbria è riuscito ad approvare una legge sulla famiglia che nessuna altra Regione italiana possiede. Alla normativa sono state destinate risorse significative per una sua concreta attuazione. Mi sembra un risultato importante, anche per coloro che di questa legge sono stati promotori”. In questa legge non sono state accolte le proposte – contenute nel disegno di legge di iniziativa popolare – di sostegno alla maternità, ma l’Umbria è tra le regioni più vecchie. Tale questione è presente nel suo programma? “Sappiamo bene che l’Italia ha una bassa natalità, così come l’Umbria. Penso che si debba proseguire in più direzioni. Varare politiche attive per il lavoro per giovani e donne, perché – nell’incertezza e nella precarietà del lavoro – è difficile per una giovane coppia fare una scelta importante sulla nascita di un figlio. Abbiamo una buona legge sui nidi e dobbiamo proseguire potenziando la rete dei servizi all’infanzia; anche se servirebbero più risorse finanziarie, che purtroppo invece vengono di anno in anno dimezzate nelle finanziarie del Governo. Dovremmo infine avere una politica nazionale per le famiglie fondata su adeguate politiche fiscali, come è accaduto per esempio in Francia dove la natalità si è raddoppiata in pochi anni. Una presenza diffusa di popolazione anziana è anche indice di benessere sociale, di una buona qualità della vita e di un sistema capace di tutelare la salute della popolazione: è una grande questione italiana ed europea, ed occorrono politiche adeguate”. L’Umbria è anche la regione con il più basso indice di natalità e il più alto indice di aborti… “Per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), i dati ci dicono che in Umbria tra le donne italiane l’Ivg è diminuita costantemente ed in maniera consistente: ciò significa che la legge è stata applicata anche nella parte riguardante la prevenzione ed il sostegno alla scelta di maternità. Sono invece le donne immigrate che ricorrono con più incidenza all’Ivg, forse anche per una maggiore difficoltà di accedere alla rete dei servizi e di sostegno alla maternità. Penso che su questo possiamo impegnarci a migliorare la rete dei servizi sanitari e sociali, per aiutare le donne e non lasciarle sole di fronte ad una decisione comunque difficile”. IL PERSONAGGIO Tra politica, attività sociali e umanitarie CCatiuscia Marini, nata a Todi, ha 43 anni. Laureata in Scienze politiche, è stata sindaco di Todi dal 1998 al 2007, a capo di una coalizione di centrosinistra. Ha ricoperto l’incarico di presidente di Anci Umbria. Nel 2000 è nominata dall’Unicef sindaco difensore ideale dei bambini, a seguito della promozione di progetti per la tutela dei diritti dell’infanzia con attività di cooperazione decentrata in Burkina Faso, in Palestina, nei Balcani e in Albania. Torna all’attività professionale come direttore regionale di Legacoop Umbria da giugno 2007 a maggio 2008, quando entra al Parlamento europeo, fino a giugno 2009, in sostituzione di Lapo Pistelli, nel frattempo eletto al Parlamento nazionale. Alle successive elezioni europee del 2009, per il Pd nella circoscrizione dell’Italia centrale, con circa 63 mila preferenze, risulta la prima dei non eletti. Partecipa al Congresso del Partito democratico nell’ottobre 2009 a sostegno della segreteria di Pierluigi Bersani e viene eletta nell’assemblea nazionale del partito entrando a far parte della segreteria nazionale con la delega all’Europa, alle relazioni internazionali e ai diritti. Un sintetico identikit delle cinque listeche la sostengono Nella sua corsa a palazzo Donini, Catiuscia Marini è sostenuta da cinque liste che compongono la coalizione di centrosinistra (Partito Democratico, Italia dei Valori, Socialisti e Riformisti, Rifondazione Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Libertà). Il listino, cioè il “salvacondotto” per essere eletti senza andare a caccia delle preferenze, è composto da Lamberto Bottini, Gianluca Rossi, Fabrizio Bracco (terzetto targato Pd), Paolo Brutti (Italia dei valori), Silvano Rometti (Socialisti) e Roberto Carpinelli (Rifondazione comunisti italiani). A seconda della percentuale ottenuta dalla candidata presidente che poi vincerà la sfida elettorale, entreranno in Consiglio – come per gli altri schieramenti – i primi tre oppure tutti i componenti del listino. Nel Pd schierati, tra gli altri, nel collegio provinciale di Perugia, gli ex sindaci Renato Locchi (Perugia) e Gianfranco Chiacchieroni (Marsciano), l’attuale segretario regionale della Cgil, Manlio Mariotti, l’attuale sindaco in carica di Città di Castello, Fernanda Cecchini, gli assessori uscenti, Vincenzo Riommi e Maria Prodi, i consiglieri regionali uscenti Giancarlo Cintioli, Enzo Ronca, Franco Tomassoni e, nel collegio provinciale di Terni, Eros Brega e Mara Gilioni. In lizza anche Giampietro Angelini, già sindaco di Norcia, e componente della segreteria di Carlo Liviantoni, Luca Barberini, presidente della Vus, la società che gestisce i servizi di metano, rifiuti e acqua, nelle zone di Foligno, Spoleto e della Valnerina. Per l’Italia dei valori partecipano Oliviero Bruno Dottorini, consigliere regionale uscente eletto per i Verdi, Remo Granocchia, esponente storico dell’ambientalismo, l’attuale assessore allo Sviluppo economico del Comune di Perugia, Giuseppe Lomurno. Tra i Socialisti, al di là del capolista Silvano Rometti, assessore regionale uscente e già presente nel listino, si notano, tra l’altro, Massimo Buconi, già sindaco di Todi e assessore provinciale, e Walter Trivellizzi, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori. Uno dei due – qualora Rometti fosse eletto nel listino – potrebbe entrare in Consiglio regionale. La lista Rifondazione comunisti italiani, unita dopo un’alleanza un po’ travagliata, propone, nel collegio provinciale di Perugia, l’attuale sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci, il segretario regionale di Rifondazione, Stefano Vinti, consigliere uscente, due assessori provinciali in carica, Stefano Feligioni e Giuliano Granocchia, Roberto Carpinelli; mentre a Terni scendono in lizza due assessori regionali uscenti, Damiano Stufara e Giuseppe Mascio. Nella lista Sinistra ecologia e libertà si candida il consigliere regionale uscente Pavilio Lupini.
“Scelte coraggiose di innovazione”
Elezioni regionali. Intervista alla candidata del Pd alla presidenza della Regione, Catiuscia Marini
AUTORE:
Romano Carloni