Non lontano da Terni sorge la Scarzuola, realizzata nel XX secolo e mai finita
A Montegiove, in provincia di Terni, sorge la Scarzuola, progettata e desiderata dall’architetto Tommaso Buzzi.
LE ORIGINI
Buzzi voleva dare forma al concetto di città ideale e decise di farlo costruendo una sorta di città-teatro, lasciata volutamente incompiuta.
Edificata tra il 1958 e il 1978, Buzzi la definisce “un’antologia in pietra” dove passato, presente e futuro si fondono.
L’architetto prende spunto da diversi edifici e luoghi storici del passato: come Bomarzo, Villa Adriana, Villa d’Este e i sette edifici dell’Acropoli.
IL NOME
Il nome “Scarzuola” deriva dalla scarza, una pianta palustre simile a paglia, con cui secondo la tradizione San Francesco avrebbe costruito una capanna. Si narra che questa capanna venne edificata dal Santo a Montegiove durante un pellegrinaggio, nel luogo in cui dall’alloro e dalla rosa che vi aveva piantato nacque una fontana.
IL CONVENTO
Nel 1282 uno dei conti di Marsciano decise di costruire un convento francescano e una Chiesetta proprio in quel luogo.
La Chiesa è dedicata a Santissima Annunziata e ospita nell’abside un affresco risalente al XIII secolo, che rappresenta San Francesco. È una delle più antiche rappresentazioni del Santo.
Il convento fu abitato fino alla fine del Settecento. Nel 1957 fu acquistato dall’architetto Buzzi, che vi costruì intorno la sua città-teatro.
LA SCARZUOLA
La Scarzuola è un’opera globale, visitabile partecipando a tour guidati prenotabili tramite il sito.
Buzzi prese ispirazione dall’idea di convivenza armoniosa tra natura e cultura e costruì degli edifici con nomi evocativi e con significati forti, come la Torre di Babele, la scala di Giobbe, la scala musicale delle Sette Ottave, per poi arrivare all’Acropoli, dove si trovano molti edifici vuoti e spesso sovrapposti.
Tutto il percorso è racchiuso dentro una spirale di pergolati. L’asse verticale della Scarzuola parte dalla statua di Pegaso, passa per terrazzamenti, un anfiteatro, il teatro agnostico, il teatro erboso per arrivare alla torre colonna rotta.
L’asse orizzontale ha invece sulla sinistra il teatro delle api, al centro il palcoscenico con il labirinto musicale e sulla destra la città con l’Acropoli.
Forte è il contrasto tra l’antichità e la sacralità del convento e la parte più moderna e surrealista della città.
Ma la città ideale stimola anche ad intraprendere una sorta di percorso interiore, una scoperta e un confronto con il proprio Io che sono suggeriti da figure archetipiche che si trovano nella Scarzuola.
Inoltre, la grande quantità di scale presenti stimola questo viaggio verso la conoscenza di Sé, che passa per la discesa nelle parti più intime dell’anima e culmina con la salita verso l’Acropoli, una sorta di rinascita.
Insomma, un luogo davvero incredibile, quasi surreale, difficile da descrivere, ma perfetto da scoprire e da visitare. Un luogo in cui passato e presente, realtà e fantasia convivono in armonia. Un angolo di Umbria insolito e interessante.
Sophia Schippa
Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/