Lo scorso 16 marzo Benedetto XVI ha indetto un Anno sacerdotale, da lui personalmente ideato e voluto. ‘La grande tradizione ecclesiale ‘ disse in quella circostanza – ha giustamente svincolato l’efficacia sacramentale dalla concreta situazione esistenziale del singolo sacerdote, e così le legittime attese dei fedeli sono adeguatamente salvaguardate. Ma questa giusta precisazione dottrinale nulla toglie alla necessaria, anzi indispensabile, tensione morale che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale. Proprio per favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero, ho deciso di indire uno speciale Anno sacerdotale’, che andrà dal 19 giugno prossimo fino al 19 giugno 2010. Ricorre infatti il 150’anniversario della morte del santo curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vero esempio di pastore a servizio del gregge di Cristo’. Il 19 giugno poi, inaugurando questo speciale anno, il Papa ha detto che il suo scopo è di mostrare ‘quanto sia importante la santità dei sacerdoti per la vita e la missione della Chiesa’. E di tale santità egli ha offerto due modelli – il Curato d’Ars e padre Pio – l’uno con la lettera di apertura dell’anno, l’altro con il pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo compiuto il 21 dello stesso mese. Due santi nati ambedue contadini, vissuti in sperduti villaggi e di certo non dotti, ma dotati di una santità tale da spingere miriadi di cristiani al loro confessionale in cerca di perdono. Deciso rilancio della ‘confessione’ I giornali hanno quasi ignorato il rilievo che in questa circostanza il Papa ha voluto dare al sacramento della penitenza, comunemente chiamato ‘confessione’. Un rilancio forse inedito, fatto con il suo ben noto stile controcorrente. ‘I sacerdoti ‘ ha detto ‘ non dovrebbero mai rassegnarsi a vedere deserti i loro confessionali né limitarsi a constatare la disaffezione dei fedeli nei riguardi di questo sacramento. Al tempo del santo Curato d’Ars, in Francia, la confessione non era più facile né più frequente che ai nostri giorni, dato che la tormentata rivoluzione aveva soffocato a lungo la pratica religiosa. Ma egli seppe dare il via a un circolo virtuoso. Con le lunghe permanenze in chiesa davanti al tabernacolo fece sì che i fedeli cominciassero a imitarlo, recandovi per visitare Gesù e fossero, al tempo stesso, sicuri di trovarvi il loro parroco disponibile all’ascolto. In seguito, fu la folla crescente dei penitenti, provenienti da tutta la Francia, a trattenerlo nel confessionale fino a 16 ore al giorno’. Si diceva che Ars era diventata ‘il grande ospedale delle anime’. Su questo punto il Papa è tornato visitando la tomba di padre Pio, per il quale ‘la cura delle anime e la conversione dei peccatori furono un anelito che lo consumò fino alla morte. (‘) Quante lunghe ore egli trascorreva nel confessionale. Come per il Curato d’Ars, è proprio il ministero di confessore a costituire il maggior titolo di gloria e il tratto distintivo di questo santo frate cappuccino’. Iniziative diverseA livello di Chiesa universale vi saranno durante l’anno la proclamazione del Curato d’Ars come patrono di tutti i sacerdoti (attualmente lo è dei parroci), la pubblicazione di un ‘direttorio’ per i confessori e direttori spirituali e una raccolta di testi di Benedetto XVI sulla vita e la missione del preti, oggi. Le singole conferenze episcopali nazionali poi, anzi le varie diocesi, sceglieranno i modi più opportuni per valorizzare il tema scelto per questo anno: Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote. Il card. Bagnasco, ad esempio, parlando all’assemblea della Cei (25-29 maggio) ha detto che in quest’anno sacerdotale ‘siamo tutti richiamati – vescovi presbiteri e diaconi ‘ a ripensare il primato della preghiera nella nostra vita. (‘) Questa ricerca di intimità con Dio è, per la complessità e la frenesia della vita odierna, necessaria come il respiro’. L’Unione apostolica del clero, che opera soprattutto per promuovere nelle diocesi la spiritualità dei ministri ordinati con i due necessari riferimenti a Cristo e alla Chiesa, ha già programmato tre incontri – al Nord, al Centro e al Sud – attorno ad altrettante significative figure di sacerdoti delle rispettive aree geografiche. Per il Sud, ad esempio, è stata scelto il servo di Dio don Luigi Sturzo, fedele iscritto all’Uac, che, senza mezzi termini, diceva di essere un prete prima ancora che un uomo politico.
Santi modelli per il clero di oggi
Anno sacerdotale. I suoi scopi, le iniziative
AUTORE:
Vittorio Peri