Tre parroci condividono con distinti ruoli l’impegno e la responsabilità della popolosa parrocchia di S. Maria degli Angeli: padre Luca Paraventi (prima evangelizzazione e coordinatore diocesano della Comunità Maria – Famiglie del Vangelo), padre Massimiliano Polito (catechesi e pastorale giovanile), il moderatore padre Marco Vianelli (pastorale per separati e divorziati e giudice presso il Tribunale ecclesiastico di Perugia).
Un colloquio con padre Vianelli ha consentito di percepire più direttamente una realtà parrocchiale comprensiva di circa diecimila “anime” che vivono in un centro sviluppatosi in particolare nell’ultimo ventennio. La visita pastorale ha già evidenziato le molteplici articolazioni parrocchiali. “Confermo il fatto, rimarcando la presenza di quattro comunità neocatecumenali, svariati gruppi dal Rinnovamento nello Spirito, ai Cursillos, rosario di Medjugorje, le due confraternite maschili dell’Immacolata e del Redentore, la confraternita femminile dell’Annunciazione, la Caritas collegata al Centro di ascolto, il movimento dei Focolari… Effetto di un’attività sviluppatasi grazie alle lontane intuizioni di padre Giacinto Cinti e poi continuata dai successori”.
Una parrocchia dunque vivace.
“Mi guardo da ogni esaltazione. Mi sembra giusto precisare che la gente avverte per ragioni storiche uno stretto legame con il santuario della Porziuncola, pur considerando che operatori e personale offrono una encomiabile disponibilità, talvolta contingentata da legittime motivazioni personali. Auspico il superamento della identità tra santuario e struttura parrocchiale in omaggio ad una più fertile aggregazione”.
Come partecipa la parrocchia al contesto sociale?
“Potrei citare le iniziative più recenti: catechesi per le famiglie, percorso giovani ‘I dieci Comandamenti’, l’attenzione al Sinodo indetto dal vescovo Sorrentino in via di esplicazione attraverso la raccolta di alcuni dati utili a risolvere emergenze e difficoltà purtroppo diffuse. Desidero inoltre citare la partecipazione sempre garantita ad eventi come il ‘Piatto di sant’Antonio’, festa popolare profondamente radicata nel popolo angelano: un complesso di fede, devozione, folclore per una grazia da tempo ricevuta, espressione di esperienze maturate e di un continuo rinnovo di protagonisti sempre operanti con scopi di solidarietà finalizzata soprattutto ai più disagiati. Pur nel mutamento e nell’ineludibile aggiornamento, ritengo che tale festa vada definita per il ricavato devoluto in beneficenza come occasione di solidarietà”.