A quasi due anni dall’inizio delle indagini sulla cosidetta “sanitopoli umbra”, la magistratura perugina ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti per falso e abuso di ufficio per l’assunzione di personale all’Asl di Foligno. Il procuratore della Repubblica Giacomo Fumu ed i suoi sostituti Massimo Casucci e Mario Formisano hanno chiesto di processare anche l’ex vice presidente della Giunta Carlo Liviantoni e l’allora assessore alla Sanità Maurizio Rosi. Sarà il gip Carla Maria Giangamboni a decidere – nell’udienza fissata per il 27 novembre prossimo – se la Lorenzetti ed altri undici indagati dovranno essere rinviati a giudizio. Tra le persone per le quali la procura ha chiesto il processo ci sono anche l’allora capo di Gabinetto della Lorenzetti, Sandra Santoni, l’ex direttore generale dell’Asl di Foligno-Spoleto Maria Gigliola Rosignoli e l’ex direttore generale della Direzione regionale della sanità Paolo Di Loreto. L’inchiesta sulla “sanitopoli umbra” sta cercando di fare luce su una serie di episodi ed atti riguardanti la gestione di concorsi, assunzioni ed appalti. Gli indagati, tra politici e funzionari, sono 21, ma la richiesta di rinvio a giudizio riguarda soltanto un primo filone della complessa indagine. In particolare l’ex Governatrice e l’allora suo capo di Gabinetto Santoni, l’ex assessore Rosi e la Rosignoli sono accusati di concorso in abuso di ufficio e falsità materiale per avere alterato con una correzione a penna il documento con la richiesta di autorizzazione all’assunzione di personale predisposta dall’Asl di Foligno nel novembre 2009. L’ex vice presidente Liviantoni, Rosi e ad altri dirigenti e funzionari sono invece accusati di falsità ideologica per la successiva delibera che autorizzava le Aziende sanitarie locali ed ospedaliere ad assumere personale, mentre – secondo gli inquirenti – per questo provvedimento mancavano i requisiti previsti dalla legge.
Tutti gli indagati si sono sempre proclamati innocenti. L’ex presidente Maria Rita Lorenzetti nel dicembre scorso si era presentata spontaneamente per essere interrogata dai pm, accompagnata dai suoi difensori Luciano Ghirga e Mario Rampini. Dopo l’interrogatorio aveva detto ai giornalisti di avere spiegato e dimostrato ai magistrati di “non avere mai posto in essere atti contrari alla legge”. L’inchiesta, come detto, riguarda anche altri episodi che la magistratura intende chiarire sulla gestione della sanità in Umbria. Secondo quanto è dato sapere non ci sarebbero tangenti, mazzette o altri gravi episodi di corruzione che purtroppo spesso emergono in questo tipo di indagini, ma dagli atti processuali si delinea un quadro fatto di pressioni e richieste di favori che la stessa Santoni avrebbe archiviato nel suo computer sequestrato dagli inquirenti con la parola “marchette”. Ci sono parlamentari e politici, anche con ruoli istituzionali in Umbria, che telefonano per l’assunzione di parenti, amici, “clienti”. Insomma le solite raccomandazioni che forse non saranno reato. Scorciatoie che però, non solo nella sanità pubblica, tolgono spazio e futuro a persone meritevoli.
Nonostante tutto, gli umbri sono molto soddisfatti della sanità locale
Nella sanità umbra ci sono cose che vanno bene ed altre meno, ma nell’insieme la gente è soddisfatta dei servizi offerti. Da una indagine dell’Istat che ha monitorato i vari “aspetti della vita quotidiana” degli italiani nel 2011 per quanto riguarda i servizi offerti da ospedali ed Usl, si registra nel complesso un grado di soddisfazione degli umbri superiore alla media nazionale ed a quella delle regioni del centro Italia.
Per quanto riguarda gli ospedali, l’assistenza medica ricevuta soddisfa più dell’80 per cento di coloro che sono stati ricoverati una o più volte l’anno scorso. La stessa percentuale di pazienti ha trovato servizi igienici puliti, tuttavia il vitto fornito piace soltanto al 30 per cento degli intervistati, una percentuale che comunque è sempre superiore alla media nazionale. Sempre per il vitto, se si considerano anche i pazienti “abbastanza soddisfatti”, il gradimento in Umbria sale a quasi il 70 per cento.
Per quanto riguarda le Asl, la metà degli umbri intevistati hanno fatto mediamente una fila di 20 minuti davanti agli sportelli, mentre per il 20 per cento l’attesa è stata di una decina di minuti. Una situazione comunque migliore della media delle regioni del centro Italia. Quasi l’80 per cento degli intervistati hanno definito “comodi” gli orari degli sportelli e dei servizi forniti dagli uffici delle Asl.
Spulciando i dati Istat, invece, in Umbria c’è un problema per quanto riguarda l’accesso ai servizi di pronto soccorso: più della metà degli intervistati ha avuto difficoltà di vario tipo per raggiungerli, ed in questo caso il dato è tra i peggiori a livello nazionale.