Sanità umbra, un modello per tutta Italia

Punteggio 10 nell’Indicatore di qualità ed efficienza

sanità-Radiologia-ospedale-medici-Tante riforme, altrettante polemiche, ma la Sanità regionale sta diventando un esempio – positivo – a livello nazionale. L’Umbria è la prima delle Regioni benchmark, cioè quelle che faranno da punto di riferimento per tutte le altre per la definizione dei costi standard che riguardano la sanità. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha reso noto che si tratta di “un riconoscimento importante per tutta l’Umbria”. Le altre regioni sono Marche, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. L’Umbria ha ottenuto il punteggio più alto (10) di quello che il ministero della Salute ha chiamato “Indicatore finale di qualità ed efficienza”, sintesi di 19 parametri basati sui dati del 2011 e che riguardano i livelli essenziali di assistenza, la degenza media pre-operatoria, la percentuale di femori rotti operati entro due giorni, quella di ultra-65enni con durata di ricoveri oltre soglia, il costo medio dei ricoveri per acuti, la spesa farmaceutica pro-capite e così via. Insomma, un mix tra qualità dell’assistenza e quella della spesa. E questo avviene mentre dall’ultimo Rapporto Istat, relativo al 2012, emerge che i pazienti appaiono sempre più soddisfatti della qualità e dei servizi sanitari (assistenza medica, infermieristica, vitto e servizi igienici). Ma torniamo al primato umbro. Sarà la Conferenza Stato-Regioni, proprio in questi giorni, a scegliere tra queste cinque Regioni le tre, tra cui obbligatoriamente ci sarà l’Umbria, per il calcolo dei costi medi standard. Guardando alla graduatoria, il distacco con le altre quattro regioni è forte: l’Emilia, seconda, ha totalizzato 7,2, le Marche 3,6, la Lombardia 1,9 e il Veneto zero. La Marini ha espresso “soddisfazione” per questo risultato che “testimonia anche la possibilità per una piccola Regione, penalizzata dall’economia di scala (dovendo comunque sostenere costi fissi a prescindere dal numero degli abitanti) di raggiungere equilibrio di bilancio, pur mantenendo alto il livello della qualità delle prestazioni”. La Presidente ha poi aggiunto che il risultato ottenuto dalla regione “senza alcun ticket aggiuntivo” è frutto di un “lavoro di squadra che ha visto e vede impegnati tutti i soggetti che operano nel mondo della sanità pubblica”. Sul tavolo rimane il problema del “sottofinanziamento del Fondo nazionale” e di una Sanità che, secondo la Presidente, “andrebbe finanziata solo dalla fiscalità generale e non, come avviene ora, dai cittadini, costretti a pagare – oltre che con le tasse – anche con ticket che coprono ad oggi il 25 per cento della dotazione del Fondo sanitario”. Per l’assessore alla Sanità, Franco Tomassoni, “è un risultato che ci gratifica per il lavoro svolto in questi anni e che assume un particolare rilievo se si considera che proprio in questi ultimi tre anni abbiamo registrato una forte riduzione delle risorse”. L’assessore non ha nascosto che ci sono ancora dei problemi, come quello dei tempi delle liste di attesa per alcune prestazioni in un contesto dove “si respira un’aria nuova: ora – ha detto – si lavora tutti insieme a un progetto di sanità regionale, e la risoluzione dei problemi dipenderà anche da dal grado di integrazione”.

AUTORE: E. Q.