Sanità. “Fermo” il Fondo per la non autosufficienza

Una buona legge può essere vanificata dalla burocrazia e dai tempi lunghi degli organi regionali e degli enti locali che la devono attuare. È il caso della legge regionale che istituisce il Fondo regionale per la non autosufficienza.

La denuncia è contenuta in un comunicato stampa diffuso a conclusione dell’assemblea dei soci dell’Associazione cristiana residenze per anziani e disabili dell’Umbria (Acradu) riunita in assemblea il 17 giugno presso l’Istituto Serafico di Assisi. I soci hanno esaminato gli sviluppi del welfare in Umbria, con particolare riferimento ai servizi riabilitativi e socio – sanitari per gli anziani e i disabili.

La preoccupazione dell’Acradu è per le famiglie con malati psichici e minori in difficoltà che sono “sono lasciate a se stesse”, per i disabili e gli anziani che “si vedono diminuite le ore d’assistenza domiciliare, o addirittura tolte perché la soglia di reddito per usufruirne viene sempre più abbassata”, per chi necessita dei servizi sociali o socio – sanitari comunitari e semiresidenziali che “sono ancora una rarità” e di quelli residenziali che “non sono sufficienti”.

“Rispetto a questa situazione le istituzioni competenti stanno solo accumulando ritardi” denuncia l’Acradu, spiegando che il Piano sociale è fermo al 2002, nonostante gli impegni assunti nel Forum regionale del welfare di un anno fa, e il piano sanitario al 2005. I circa 32 milioni stanziati per la non autosufficienza, continua l’Acradu “non potranno essere utilizzati sino a quando la Giunta regionale non preciserà i criteri e le modalità di accesso ai contributi; non adotterà, contestualmente al Piano regionale sociale e a quello sanitario, il Piano regionale integrato per la non autosufficienza (Prina) e non lo trasmetterà al Consiglio regionale per l’approvazione. Poi i costituendi Ambiti territoriali integrati (Ati) dovranno approvare, entro 30 giorni, il Prina territoriale, che diventerà operativo dopo il visto di congruità della Giunta regionale (altri 30 giorni). Infine i Distretti sanitari e gli Ambiti territoriali sociali definiscono il Programma operativo del Prina (altri 30 giorni). Facendo i conti – concude l’asociazione – sarà difficile che il Fondo diventi operativo entro l’anno”.

L’Acradu promette, inoltre, di vigilare sulla gestione del Fondo, in particolare sul fatto che le risorse stanziate “siano effettivamente aggiuntive e impiegate per migliorare i servizi socio – sanitari per i disabili e per gli anziani”, e che i soldi non spesi nel 2008 non vadano persi ma aggiunti al fondo del 2009. L’Acradu, impegnata nel confronto con la Regione per l’adeguamento delle tariffe giornaliere dei Centri riabilitativi per i disabili e le Residenze protette per gli anziani, teme ora di trovarsi di fronte un “interlocutore non affidabile”: anche su questo fronte infatti registra ritardi sull’ipotesi di accordo, raggiunta il 31 marzo scorso, ma non ancora “sottoscritta” perché ferma sui tavoli degli assessori regionali al Sociale e alla Sanità. Se le cose non cambieranno, l’Acradu non esclude “iniziative di mobilitazione”.

AUTORE: Maria Rita Valli