Non è una festa rituale quella che Terni dedica al patrono dell’amore san Valentino, proprio come non è scontato e rituale l’amore. Diverse e particolari sono le storie delle coppie che arrivano alla basilica del Santo per una benedizione speciale alla loro unione. Dopo la festa dei fidanzati e delle coppie che hanno celebrato le nozze d’argento, la serie delle celebrazioni si concluderà con la festa delle nozze d’oro per tutte le coppie dai 50 anni di matrimonio in su che si terrà domenica 23 alle ore 11 nella basilica di San Valentino.
Tra storia e leggenda San Valentino, dopo diciassette secoli, raccoglie la promessa che unisce innamorati di ogni età che celebra l’amore a tutto tondo, a cominciare dalla famiglia.
Un particolare riferimento alla famiglia è stato fatto dal card. Carlo Caffarra, che ha presieduto il pontificale in onore del Patrono, sottolineanso il valore della testimonianza del “santo degli innamorati” in una società in cui il matrimonio e la preziosità dell’amore coniugale “sta attraversando il deserto del non-riconoscimento, perché la capacità dell’uomo e della donna di percepire la bellezza, la preziosità dell’amore coniugale si è come gravemente indebolita. Due sintomi di questa incapacità percettiva sono il calo dei matrimoni e la progressiva equiparazione della comunità coniugale ad aggregati di individui legati fra loro essenzialmente da affetti privati. È il deserto, dove tutto è uguale e indifferente; dove le sorgenti della vita si estinguono”.
Da qui l’esortazione del card. Caffarra: “Siate veri testimoni della bellezza dell’amore vero, e della bellezza della persona umana capace di amare. Testimoni della bellezza come sposi, come madri e padri, persone chiamate da Dio a diventare un dono reciproco e testimoni del bell’amore”.
Mons. Ernesto Vecchi ha invece ricordato san Valentino come “un martire diventato campione del dono di sé, che ha testimoniato le meraviglie dell’amore del Signore, vissuto nella concretezza dei rapporti umani. A Terni arrivano, da ogni dove, centinaia di giovani e ragazze ben intenzionati a formare una famiglia cristiana, – ha detto – e che hanno capito che il futuro si costruisce non con il gioco allo sfascio, come sta succedendo ora in Italia e in Europa, ma con un progetto di vita che dura nel tempo, costruito nel dono reciproco, come sorgente di gioia e di apertura al prossimo, per il bene comune”.