“Quello che voi vedete oggi non è uno spostamento funzionale o un’operazione soltanto culturale, qui siamo dentro una riscoperta delle nostre radici che ci proiettano il futuro”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino il 19 giugno durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo Polo culturale di San Rufino, situato nel complesso della cattedrale di Assisi e costituito dalla biblioteca e l’archivio diocesani e dall’archivio capitolare. All’incontro dal titolo “Tra radici e futuro” oltre al vescovo sono intervenuti don Cesare Provenzi, priore della cattedrale di San Rufino, Pier Maurizio Della Porta, direttore dell’archivio e biblioteca diocesani, Giovanna Giubbini, soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e Donatella Casciarri, presidente del Consiglio comunale di Assisi.
Strategia di riscoperta
Nel suo intervento il vescovo ha spiegato che l’apertura di questo Polo si inserisce in una strategia di riscoperta e “valorizzazione dell’asse originario di Assisi compreso tra la cattedrale di San Rufino e il Santuario della Spogliazione con l’annessa chiesa di Santa Maria Maggiore. È su questa direttrice principale che si possono individuare almeno cinque stratificazioni: quella precristiana, la cristiana, la francescana, quella contemporanea della Shoah e quella santità attuale del Beato Carlo Acutis. Il nostro compito è quello di mettere in luce questo asse in stretta connessione e sinergia con l’asse orizzontale, più noto e conosciuto, di santa Chiara e san Francesco, sul quale Assisi si è sviluppata soprattutto dal punto di vista turistico”.
Durante i saluti iniziali don Cesare Provenzi ha definito il nuovo complesso “un polo in movimento dove possono avvenire diverse attività didattiche, di ricerca e di cultura. Sono ben contento – ha detto – che la cattedrale di San Rufino con un tassello in più possa aderire a quello che la città ci chiede: di essere aperti”.
Il direttore Della Porta ha precisato che “è molto significativo avere realizzato un polo culturale, perché dalla sinergia e dalla collaborazione degli istituti di conservazione nasceranno sicuramente interessanti occasioni di conoscenza dei beni culturali sia per i cittadini di Assisi che per i numerosi visitatori che arrivano in città. Sarà un’occasione di approfondimento e studio attraverso la collaborazione con le scuole, le università e i singoli esperti che ci hanno già interpellato per compiere le loro ricerche”. Della Porta ha poi spiegato che l’archivio capitolare e l’archivio diocesano sono costituiti da vari archivi. “Il documento più antico conservato nell’archivio capitolare – ha detto – è del 963, mentre per le nefaste vicende di incendi e di dispersione i documenti dell’archivio diocesano sono datati dal XVI secolo al 1980 circa”.
Nella Biblioteca i volumi superano ampiamente le quindicimila unità e di essi ottomila e seicento sono già catalogati e inseriti nei sistemi informativi della Conferenza episcopale italiana. Negli archivi diocesani ci sono duemilacinquecento unità archivistiche, mentre nell’archivio capitolare ci sono oltre mille e settecento unità archivistiche.