Nel 1989 tra le molte e importanti cose che sono avvenute si è ricordato il cinquantesimo anniversario della proclamazione di san Francesco patrono d’Italia, insieme a santa Caterina, da parte di Pio XII (18 giugno 1939) e il decimo anniversario della proclamazione a patrono dell ecologia, ad opera di Giovanni Paolo II (29 novembre 1979). Le due date furono ricordate in un convegno di cui furono pubblicati anche gli atti e che oggi tornano di attualità data la plebiscitaria richiesta di ricostituire come festa nazionale la data del 4 ottobre. Sul come si è fatta strada tale proposta è detto nelle pagine interne. Sarà opportuno riflettere sul perché. Non credo che sia un fatto di tipo regionale. L’Umbria, come regione, è tutto meno che campanilista. E non credo neppure che sia Assisi come città o le famiglie francescane come tali. Di Assisi e di Francesco sembra che il mondo abbia bisogno. E’ il caso di dire che quando l’umanità non sa più a che santo votarsi si ricorda di Francesco d’Assisi e trova in lui un soffio si speranza. Questo è quanto ha fatto il Papa ricorrendo ad Assisi nel 1989, nel 1993, nel gennaio 2002: momenti particolari, in cui l’umanità è sembrata spinta in un vicolo cieco. Oltre a ciò su Francesco d’Assisi si riesce a trovare un consenso ampio e convinto, che non si trova ormai più in niente. Abbiamo letto attestazioni positive al di sopra dei partiti e delle religioni e delle stesse scelte morali. Un segnale pericoloso di una deriva irenicamente relativistica di un francescanesimo estetizzante? Potrebbe essere, se non si riempie il ricordo di Francesco e la sua celebrazione delle verità e dei valori per i quali egli è vissuto. Nessuno pretende che tutti gli italiani concordino con l’integra fede del Santo, ma che almeno tutti riconoscano in lui una sorgente di ispirazione per le grandi scelte della vita personale e della identità nazionale. Insomma, che credano almeno al Cantico delle Creature!
San Francesco va bene a tutti
AUTORE:
Elio Bromuri