Si chiude sabato 17 settembre, alle ore 21, con il concerto nella chiesa di S. Filippo Neri (Perugia) dell’Orchestra da Camera di Perugia, diretta da Enrico Bronzi, il programma della Sagra musicale umbra. Chiostri e chiese della regione sono stati anche quest’anno luoghi privilegiati per concerti, conferenze e performance teatrali che hanno visto protagonisti grandi artisti italiani e internazionali. Tema conduttore di questa edizione era “Madri”, in un dialogo tra varie forme musicali di devozione popolare e di musica d’arte, con testimonianze del repertorio degli scorsi tre secoli.
“La simbologia della Madre – ha spiegato Enrico Bronzi, direttore artistico della Sagra e della Fondazione Musica classica in occasione della presentazione – rimanda alla fertilità della terra e si afferma quale mediatrice col divino, poiché fornisce la sostanza alle idee spirituali. Così era nel mondo antico e pure nella concezione cristiana, dove Maria è lo strumento dell’incarnazione del Sacro”.
Conferenza-concerto della pianista Chiara Bertoglio al Teatro della Sapienza di Perugia
Tra gli ospiti del programma anche Chiara Bertoglio, concertista pianista, che venerdì 16 settembre, alle ore 18, al Teatro della Sapienza di Perugia (Collegio Onaosi) intratterrà il pubblico con una conferenza-concerto sulla Vergine Maria con brani tratti da pagine di Bach, Haydn, Massenet, Listz, Janacek e Messiaen.
Oltre che pianista la Bertoglio è anche musicologa e teologa. Si è diplomata al Conservatorio di Torino e all’Accademia di Santa Cecilia. Si è laureata in musicologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia e ha al suo attivo vari dottorati e master in musicologia e teologia ed è autrice di numerosi libri sul tema.
La vita della Vergine Maria nella musica
“L’incontro del 16 settembre – spiega Chiara Bertoglio – sarà un itinerario che va ad esplorare la vita di Maria nella musica e in particolare nella musica pianistica. La Vergine Maria ha ispirato tanti brani, soprattutto vocali, ma in questo caso si tratterà di brani senza parole. Si partirà da tre versioni dell’Ave Maria, preghiera mariana per eccellenza, per proseguire con un brano particolare di Messiaen che riflette sul periodo della gravidanza di Maria come momento privilegiato di rapporto intimo tra Lei e suo Figlio fino ad arrivare al Natale di Max Regen”. Al periodo adulto sarà dedicato il brano riferito alle Nozze di Cana “tratto dal Biblische Bilder di Carl Reinecke”.
Uno dei momenti forti – prosegue la pianista – sarà dedicato alla Passione di Cristo: sono previsti due brani lo Stabat Mater di Liszt e un altro di Haydn tratto dalle Sette ultime parole. Infine una “prospettiva escatologica”, cioè una riflessione “sull’episodio della Dormizione, come la chiamano i nostri fratelli ortodossi, tratto da un Oratorio di J. Massenet” e poi Maria come protettrice “con un brano dedicato a Lei di Janacek, su un santuario molto amato, dedicato all’Assunzione, per concludere con l’Ave Maria Stella di Liszt”.
“La lettura teologica – sottolinea – cercherà di proporre agli ascoltatori alcuni elementi che permetteranno di interpretare queste opere nella loro ricchezza simbolica e nella loro profondità, e quindi di godere del messaggio aldilà della conoscenza culturale e come esperienza di contemplazione”.
Tra i brani che verranno proposti Bertoglio ricorda La première communion de la Vierge di Oliver Messiaen “un brano di musica contemporanea poco conosciuto, nel quale il compositore francese, pianista e appassionato di teologia, nonché ornitologo, ha intessuto tutta un serie di rimandi molto interessanti. Per esempio un elemento fondamentale – sottolinea – è rappresentato da una sequenza di tre accordi che simboleggiano la Trinità”. E poi c’è il canto degli uccelli che secondo il compositore “dovevano rappresentare la gioia di Dio”.
Corsi sul rapporto tra musica e teologia
Chiara Bertoglio organizza anche corsi sul rapporto tra musica e teologia per aiutare, chi è interessato, a leggere e a interpretare la fede attraverso la musica. “Si tratta di corsi in presenza, ma anche on line, – spiega – rivolti non solo a conoscitori della musica o della teologia o a docenti di religione e di musica, ma anche a persone meno esperte. Questo nella mia convinzione che la musica sia un linguaggio teologico, e non solo di intrattenimento, e che abbia la capacità di dire qualcosa di più profondo e di vero sulla nostra fede. Non soltanto a livello di sentimenti – sottolinea – ma anche di comprensione intellettuale o meglio di unione, tramite il linguaggio simbolico (da Symbolon che in greco significa “unione”) delle facoltà dell’essere umano, che sono quelle sensibili, intellettuali e razionali. Quindi la musica riesce a tenere insieme queste diverse dimensioni e grazie a queste sue capacità ci trasmette delle verità riguardo a Dio. Questo può avvenire tramite la commozione che la musica può suscitare dentro di noi”. E conclude sostenendo come possa essere una risorsa importante da utilizzare “sia a livello pastorale sia di teologia speculativa, come a livello di esperienza del cristiano quale arricchimento della propria spiritualità e contemplazione”.