Rufino ha dato la vita per noi

Celebrazioni per il patrono della città di Assisi, la cui testimonianza nel martirio “parla” ancora

Il sole di agosto, per Assisi, si accende di nuova luce e nuovo calore. Testimone com’è della Pasqua dello Splendore eterno, Cristo Signore, celebrata nella vita del suo discepolo Rufino, di Amasia nel Ponto, vescovo e patrono principale della città. Torturato ed ucciso per la sua fede in Colui che è forza, Rufino ha effuso il suo sangue, al tempo del proconsole Aspasio, unendolo a quello del Maestro. E quel sangue è stato seme di nuovi cristiani. Fino al tempo presente. Noi siamo, infatti, insieme alla passione per Gesù, la ragione del sacrificio di Rufino. E, come tali, non possiamo non interrogarci sulla nostra adesione a Cristo e sulla strada che per noi il suo martire ha aperto. Oggi, all’inizio del terzo millennio cristiano. E dopo che quel sangue ha dato frutti come Savino, Vittorino, Francesco e Chiara, Gabriele dell’Addolorata. E con una particolare attenzione al fatto che, di questa teoria di santità, la varietà delle possibilità espressive ci è raccontata nella concomitanza della celebrazione della memoria di santa Chiara, l’11 agosto, vigilia della solennità del Patrono. Alle 21 dello stesso giorno, una solenne veglia di preghiera, in cattedrale, presieduta da mons. Sorrentino, vescovo e successore di Rufino, vedrà gli assisani stretti attorno al loro padre nella fede, per rendere grazie al Signore Gesù per quanto opera nei suoi discepoli. Seguirà la processione per le vie cittadine e la benedizione alla città di Assisi e all’intera diocesi. Il momento conviviale che seguirà non sarà solo folklore paesano, ma espressione della comunione, ricca di gratitudine a Colui che fa di noi l’unica famiglia di Dio. Altro momento solenne sarà rappresentato dalla concelebrazione eucaristica del giorno 12: dall’intera diocesi confluiranno in cattedrale parroci e fedeli, almeno nella rappresentanza permessa dal giorno lavorativo, per unirsi a questo nobile figlio d’Asia nel lodare l’Altissimo ed insieme, eredi di una consegna, esprimere gratitudine testimoniante a Cristo, nel cui sangue Rufino ha lavato le sue vesti. Alle ore 18 celebrerà la messa padre Enzo Iannaccone, ofm cap, sacerdote novello e parroco di Santa Maria Maggiore, antica cattedrale della città serafica. Un grande spettacolo pirotecnico, offerto dall’Amministrazione comunale, chiuderà l’annuale celebrazione del Patrono. Non sarà solo dissolvimento fumogeno di impegni di vita buona. Sarà il richiamo ad una luce che continuerà a brillare nella nostra vita di uomini e donne del tempo presente: quella di Colui che ci “ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.

AUTORE: P. Giovanni Raia