Il Bangladesh è un paese prevalentemente musulmano, che confina per ben 271 chilometri con il Myanmar a maggioranza buddista. Il Bangladesh è anche la terra in cui hanno trovato rifugio oltre un milione di Rohingya per lo più musulmani, che non sono mai stati molto graditi ad alcun governo del Myanmar e soprattutto dopo che il governo di quel Paese ha lanciato una brutale “operazione di pulizia” nello stato di Rakhine contro di loro nel 2017. Il Bangladesh li ha confinati nei campi di Cox’s Bazar nella speranza di poter un giorno favorire il loro rientro in patria.
Ma ormai da qualche tempo in Myanmar è in corso un conflitto tra l’esercito del governo che ha preso il potere con un colpo di stato e i ribelli dell’Arakan Army che chiedono l’autonomia della regione dal regime militare. Questa situazione rende ancora più insopportabile la vita dei Rohingya e il governo bengalese ha deciso di contrastare l’accoglienza dei profughi e ha rafforzato le operazioni di respingimento. Una situazione davvero drammatica che conta ogni giorno le proprie vittime.
Anche in questo angolo di mondo ignorato dalla maggior parte dell’informazione mondiale, è necessaria una presenza internazionale di assistenza che favorisca l’integrazione come chiede la piccola comunità cattolica. Padre Terence Rodrigues, Vicario generale della Arcidiocesi di Chattogram, nel cui territorio si trova il distretto di Cox’s Bazar, continua a chiedere al governo di favorire l’integrazione dei Rohingya. Non ci resta che sperare che venga ascoltato.