Il santuario francescano di Rivotorto di Assisi è noto perché custodisce al suo interno il sacro Tugurio, primo “rifugio” per Francesco e i suoi primi compagni quando scelsero di camminare insieme. È il luogo che ha visto Francesco e i suoi primi fratres, come ha affermato Benedetto XVI nella sua visita al santuario, muovere i “primi passi”. Lo testimonia anche la scritta Hic primordia fratum minorum (Qui gli inizi dei Frati minori) che campeggia, incisa sulla pietra, sopra l’ingresso principale del santuario. Rivotorto è anche il territorio che vide Francesco, al momento della conversione, porsi a servizio dei lebbrosi.
Il santuario ci riporta perciò agli inizi della fraternità, al tempo – all’incirca la primavera del 1208 – in cui il Signore “diede dei fratelli” a frate Francesco. Numerosi i testi delle Fonti francescane che ci tramandano tale straordinaria avventura. Una fonte autorevole è di certo la Vita prima di Tommaso da Celano (1228) che attesta: “Il beato Francesco era solito raccogliersi con i suoi compagni in un luogo presso Assisi, detto Rivotorto, dove vi era un tugurio abbandonato, in cui quegli arditi dispregiatori delle grandi e belle case vivevano e trovavano riparo… Quel luogo era tanto angusto che a fatica vi potevano stare seduti o stesi a terra” (XVI, 42). Secondo il biografo Giovanni Joergensen, “Rivotorto è anche il luogo dove Francesco e la donna del suo cuore, la nobile Madonna Povertà, hanno vissuto i primi e, forse, i più felici tempi della loro unione!”. Nacque così la fraternità francescana: uno stile di vita dove la povertà evangelica e l’amore fraterno erano la legge fondamentale.
Il luogo ricorda anche la stesura della prima “forma di vita” che Francesco, con i primi 12 compagni, presentò a papa Innocenzo III nella primavera del 1209 per l’approvazione. L’episodio ha sempre caratterizzato la vita del santuario e, una volta costituita, la vita della parrocchia. La festa patronale infatti si celebra in una nelle domeniche di Pasqua, sotto il titolo di festa nella “ricorrenza della Fondazione dell’Ordine minoritico”. Dal 1945 viene definita anche “festa della Regola”. Molti gli eventi che hanno segnato la storia del “tugurio abbandonato” di Rivotorto. Nei primi secoli del francescanesimo il luogo era stato trasformato in eremo. Nel 1455 divenne luogo di culto. Su richiesta di un frate del Sacro Convento, fra’ Francesco Saccardo, il tugurio fu modificato in chiesa, con l’autorizzazione del vescovo diocesano. Alla fine del secolo successivo venne costruita una chiesa più grande, capace di contenere al suo interno il primitivo edificio. Nella prima metà del XVII secolo anche il piccolo convento annesso fu trasformato in un grande convento. Nel 1849 fu costituita la parrocchia. L’attuale santuario, in stile neogotico, è del 1882, edificato sopra le rovine della precedente chiesa rasa al suolo dal terremoto del 1854. Anche durante gli anni della soppressione degli Ordini religiosi, il santuario, essendo parrocchia, ha continuato a essere gestito dai francescani.
La fraternità è attualmente composta da 6 frati. A loro è affidato un triplice servizio. Innanzi tutto la cura pastorale della parrocchia di Rivotorto e, ultimamente, anche quella di Capodacqua di Assisi. Svolgono poi il servizio di accoglienza dei pellegrini e dei gruppi ecclesiali che, sempre più numerosi, chiedono di sostare per celebrazioni, ritiri spirituali, momenti di riflessione e di preghiera. Infine, essendo un santuario assai significativo per tutto l’Ordine francescano, diviene spesso luogo di ospitalità e incontro per i nostri confratelli del mondo. Molti vi giungono per partecipare a corsi residenziali, organizzati per Continenti, di approfondimento e di riscoperta delle origini del francescanesimo. Ritornare al carisma delle origini permette di rendere il carisma francescano vivo e attuale; e questo è il compito di ogni francescano. Hanno dato un notevole contribuito le due visite al Sacro Tugurio di Papa Benedetto XVI nel giugno del 2007 e di Papa Francesco nell’ottobre 2013. Siamo stati costretti a ripensare la nostra vita, a ripartire dal Vangelo, a essere conformi a Gesù, per essere testimoni credibili di fraternità, di mitezza e di pace in mezzo agli uomini e alle donne del nostro tempo.