Il cantiere si è aperto: così si potrebbe dire dell’Assemblea diocesana straordinaria del 5 giugno a villa Spirito Santo. Per “cantiere” è da intendersi l’avvio di un nuovo modo di iniziazione cristiana, indicato dal Vescovo con molta convinzione, intorno al quale si sta lavorando da due anni. Il grande lavoro catechistico della Chiesa che impegna gran parte della pastorale cessa praticamente con la cresima. E poi? Se tutto va bene, ci si rivede ai corsi di preparazione al matrimonio religioso, purtroppo sempre meno scelto dalle coppie. Insomma la cosiddetta scuola catechistica rivolta ai ragazzi ed adolescenti dai 6 a 13 anni finalizzata ai sacramenti non dà i frutti sperati, vuoi come contenuti che come metodi. Come contenuti, perché per essere cristiani veri non basta avere fede e conoscerne le verità, dato che invece i cristiani sono coloro che fanno esperienza di Cristo, vivono in comunione con lui ed operano secondo la sua volontà. Come metodo, perché la scuola catechistica non crea comunità, e invece la Salvezza deve esistere nella comunione di fedeli. È noto a tutti che dopo la cresima ben pochi adolescenti continuano a frequentare la parrocchia, ben pochi sono coloro che si aggregano ad associazioni giovanili o gruppi e movimenti cattolici. Il Vescovo quindi invita, superando ogni difficoltà o, peggio, pigrizia, a cambiare, ad operare una quasi “rivoluzione”, approfondendo i contenuti con l’innovazione di metodo. La scuola di catechismo deve diventare una vera e propria iniziazione cristiana. La vita di fede non è solo apprendimento di principi e regole, vitali peraltro, ma è un vero cammino alla sequela di Gesù. Da dove partire allora? Dalla messa domenicale, che deve tornare ad essere il vero fulcro vitale della dinamica pastorale, alla quale tendere e dalla quale ripartire. Il catechista non può essere solo, perché è l’intera comunità che educa e nella quale si fa vera e propria esperienza di fede, quasi un “toccare con mano” cosa significhi amare Gesù ed amarsi l’un l’altro; il catechista è uno “specialista” della comunità “mandato” a rendere un particolare servizio. Una nuova pastorale, quindi, ininterrotta dalla nascita; con la prima tappa da 0 a 6 anni, affidata primariamente ai genitori che insieme ai figli partecipano alla celebrazione domenicale; la seconda dai 6 ai 10 anni e la terza dai 10 ai 13 anni. Nello stesso anno saranno celebrate sia la cresima sia, dopo alcuni mesi, la prima comunione. Dopo la relazione del Vescovo ci sono stati interventi programmati da parte di don Stefano Mazzoli, di Maurizio Leonardi genitore e catechista, di Francesca Baldin dirigente di associazione, di Stefania Parisi, esperta. Si parte tutti insieme, anche con opportuni accordi interparrocchiali per aiutare le comunità più piccole.
Rivoluzione nella catechesi
Diocesi. Assemblea ecclesiale per ripensare in profondità l’iniziazione cristiana
AUTORE:
N. M.