Agosto è nel settore del turismo individuale un mese particolare: ne rappresenta il culmine e nello stesso tempo la parabola discendente. Dopo luglio, che segna la parentesi delle vacanze al mare, tutta la montagna vede, per almeno venti giorni, un ripopolamento dai numeri eccezionali. Anche il più piccolo paese, sperduto tra i monti, si quadruplica, quintuplica… nelle presenze. Assistiamo al massiccio rientro degli oriundi a Roma, i quali tuttavia non hanno mai reciso completamente il cordone ombelicale con la propria terra d’origine. Negli anni ’50/’60 vi è stato un esodo in massa verso le grandi città come Roma, Firenze, Pistoia, dove i nostri immigrati hanno impiantato con successo attività commerciali nel settore della norcineria, senza però dimenticare la casa paterna; anzi, ci si è preoccupati di risistemarla, di migliorarla e ampliarla per far posto alle famiglie ormai allargatesi e ai nuovi amici. I paesi in questo periodo conoscono momenti di grande vitalità, sconosciuti per ben 11 mesi. In genere è una presenza festosa, allegra, con i pregi e le negatività di chi vive in grandi centri. Le vacanze familiari in montagna rappresentano l’occasione per organizzare gite, feste e sagre a sfondo mangereccio, per prendere iniziative a difesa dei beni culturali, in particolare la propria chiesa parrocchiale, o per creare o ampliare centri sportivi. Si cerca in questi pochi giorni di ricostruire l’atmosfera di un mondo appena passato, dove la solidarietà, l’amicizia erano valori determinanti e significativi. Tuttavia una serena osmosi tra il piccolo nucleo dei residenti e i nuovi arrivati non sempre avviene. Da una parte c’è una comunità abituata al silenzio, tutta ripiegata su se stessa e dall’altra un popolo variopinto e misto, a forte prevalenza giovanile, che propone stili di vita molto diversi, che sceglie la montagna non solo per riposarsi, ma anche per divertirsi. Frastuoni, modi di vivere più liberi, la notte scambiata per il giorno e viceversa mal si addicono a chi invece abitualmente vive i ritmi lenti e lineari, scanditi dalle stagioni, dal sorgere del sole e dal suo tramonto. Accanto a questi aspetti che dovrebbero riguardare una rispettosa e pacifica convivenza tra le due comunità, risultano esserci anche proficui momenti di scambio culturale: i romani sono propensi a promuovere una facile aggregazione di persone, amano avvicinarsi ai residenti per sentire e raccontare storie per confrontarsi, godono di giorni di vero riposo, usufruendo di un’aria pulita, si disintossicano dal traffico e dal nervosismo che la città produce così abbondantemente. In alcuni casi mostrano di possedere una certa forma di superiorità rispetto ai locali, evidenziando lo ‘status’ sociale raggiunto, ma questi sanno perdonare loro anche i difettucci tipici di chi all’improvviso si è ‘fatto’ ed è pervenuto ad un certo benessere. Auguriamo a tutti vacanze serene, veramente riposanti, perché l’uomo di oggi è stanco ed ha bisogno di fermarsi, di recuperare non solo le energie fisiche ma anche di ritrovare il senso delle cose, del proprio limite, attingendo magari alle radici semplici, spesso tradizionali ma fondamentalmente sane, della vita di una volta. La gente della montagna offre non solo accoglienza e un ambiente pulito, ma anche e soprattutto valori. Nessuno perda quest’occasione!
Ritrovare il senso delle cose attingendo alle radici semplici
Numerosi turisti trascorrono il mese di agosto in Valnerina
AUTORE:
Gianfranco Flamini