Il tempo d’estate è anche tempo di “ritirone” (così lo chiamano i partecipanti) per coloro che in diocesi di Perugia durante l’anno hanno seguito le catechesi settimanali sui dieci Comandamenti, anche detti “le dieci parole di vita”. “Il cammino dei dieci Comandamenti si conclude con un desiderio di vita nuova che solo Gesù può dare e il ‘ritirone’ rappresenta l’annuncio di questa vita nuova attraverso i ‘Sette segni’, ovvero i sette miracoli compiuti da Gesù, riportati nel Vangelo di Giovanni”, spiega don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano, che tiene queste catechesi dal 1998.
“Il cammino è stato avviato nel 1993 dal sacerdote romano don Fabio Rosini per i giovani della sua parrocchia. A Perugia – ricorda don Francesco – è arrivato nel 1996 grazie ai frati di Monteripido. Don Fabio ha infatti condiviso l’idea di queste catechesi con molti presbiteri e religiosi di tutta Italia. Il grande successo di pubblico è dovuto al fatto che le catechesi sui Comandamenti tolgono l’idea che la Chiesa sia soltanto moralista, ovvero che ti dica ciò che devi e non devi fare, perché sono presentati come un ‘manuale d’istruzioni’che Dio ci ha dato per essere felice”.
Nella sola parrocchia di Castel del Piano quest’anno sono circa 300 le persone che hanno concluso il ciclo, della durata di un anno e mezzo, e che parteciperanno al ritiro finale a Prati di Tivo, in Abruzzo, dal 19 al 25 agosto. Insieme a Castel del Piano ci saranno i giovani della Pastorale universitaria di Perugia, guidati da padre Marco Asselle, la parrocchia di Sant’Egi- dio con don Antonio Sorci e il gruppo dei frati di Todi. Il “ritirone” è infatti aperto a tutti i gruppi dell’Umbria che hanno portato a termine il cammino.
“Non riusciamo però a riunire sempre tutte le parrocchie in cui si tengono i Dieci comandamenti, – spiega don Buono poiché il percorso dura poco più di un anno, di conseguenza ricomincia un anno sì e uno no. Questa volta ad esempio ci troviamo sfalsati rispetto alla parrocchia di San Biagio e Savino e alla cappella dell’ospedale Santa Maria della Misericordia”. Non tutte le parrocchie poi concludono il ciclo con il ritirone: “Il ritiro finale è un assaggio di quello che verrà dopo, ovvero il cammino dei ‘Sette segni’. Qualcuno quindi decide di sciogliere il percorso dei Comandamenti iniziando direttamente quello successivo, come nel caso della parrocchia di San Barnaba. Il percorso dei Dieci comandamenti di solito provoca nelle persone una ‘fame’di Cristo e di vivere la Chiesa, così – aggiunge il sacerdote – chi lo conclude viene indirizzato verso la propria realtà parrocchiale, mentre per chi non trova un’appartenenza come post-Comandamenti proponiamo i ‘Sette segni’, che consiste nella formazione di piccole fraternità in cui si condividono la catechesi sui miracoli di Gesù e la vita di tutti i giorni, e si sperimenta l’essere Chiesa”.
Valentina Russo