“Rita è una Santa più unica che rara, in quanto tutti si possono riconoscere in lei perché ha attraversato le principali condizioni della vita: è stata figlia obbediente, moglie affettuosa, madre amorosa, vedova forte e coraggiosa, religiosa santa”.
Così il cardinal Gualtiero Bassetti , arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, venerdì 22 maggio a Cascia ha descritto santa Rita. Il Porporato ha presieduto sul sagrato della basilica, invitato dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il solenne pontificale nella festa liturgica dell’umile donna di Roccaporena.
Tantissimi i fedeli-devoti presenti, nonostante la pioggia. Presente anche una delegazione proveniente dal Libano (circa 50 persone) che ha ricambiato la visita di quella casciana avvenuta lo scorso mese di marzo e suggellando così il gemellaggio 2015 Cascia-Roccaporena.
Da ricordare che il Libano donerà alla città di Cascia una grande statua marmorea di santa Rita che verrà posizionata all’incrocio tra Roccaporena e Cascia. Mercoledì 30 settembre la statua sarà in piazza S. Pietro, insieme ai devoti della Santa di tutta Italia e non solo, per ricevere la benedizione di papa Francesco. Domenica 18 ottobre, invece, giungerà a Cascia per l’inaugurazione alla presenza del card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti.
Presenti anche le donne che hanno ricevuto il riconoscimento internazionale Santa Rita 2015: Claudia Francardi, Lucia Fiorucci, le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto (Pg) e Franca Pergher.
“La testimonianza umana e religiosa di Rita – ha detto l’arcivescovo Bassetti – ci viene incontro anche oggi per offrirci lo spunto per meditare, anche in vista del Sinodo, sulla realtà di tante nostre famiglie, attraversate e, talvolta, sconvolte da faide e violenze feroci, forse peggiori di quelle del tempo di Rita. Come pure ci offre motivi di riflessione in questo anno dedicato alla Vita religiosa. Vita coniugale e vita religiosa sono, in fondo, due forme di consacrazione: degli sposi tra loro, dell’uomo o della donna con il Signore. In entrambe le situazioni di vita non manca il profumo soave e la delicatezza della rosa, che un amore fecondo e appassionato può far fiorire anche nei mesi freddi dell’inverno, come – ha concluso – non può mancare la spina dolorosa conficcata nella carne di ognuno”.