Ricordo dei primi martiri francescani

La diocesi di Coimbra dona le reliquie dei cinque frati francescani uccisi in Marocco, originari del Ternano

“Ora posso dire con sicurezza di avere i primi cinque fratelli minori” disse san Francesco all’annuncio del martirio dei suoi missionari in Marocco: Berardo de’ Leopardi da Calvi, Pietro de’ Bonanti da Sangemini, Ottone de’ Petricchi da Stroncone, Accursio Vacuzio forse di Aguzzo, Adiuto e Vitale della diocesi di Narni. I sei frati erano stati convertiti proprio dalla predicazione di Francesco quando nel 1213 aveva percorso i territori del Ternano, testimoniando Cristo e il suo Vangelo. Le sue parole avevano toccato i loro cuori e decisero di seguirlo sulla via della povertà ed umiltà evangeliche. A loro, Francesco affidò la missione in Marocco.In viaggio Vitale, ammalatosi, dovette tornare indietro; gli altri raggiunsero il Portogallo e si fermarono a Coimbra, dove vennero accolti dal canonico agostiniano Fernando Martinez da Lisbona, il quale ne ammirava la straordinaria grandezza spirituale e l’estremo coraggio ad annunciare il Vangelo. Giunti poi in Marocco, cominciarono a predicare la fede di Cristo nelle vie e nelle piazze. Condotti dinanzi al sultano e imprigionati, furono rilasciati con l’ordine di non predicare più. Ma essi continuarono con estremo coraggio ad annunciare il Vangelo. Per questo furono crudelmente torturati e infine decapitati dallo stesso sultano il 16 gennaio 1220. Le spoglie dei martiri furono riportate a Coimbra e alla loro vista il canonico agostiniano Fernando Martinez da Lisbona desideroso, sul loro esempio, del martirio per Cristo, abbandonato l’abito agostiniano indossò il saio del Poverello di Assisi. Si imbarcò per il Marocco, naufragò in Sicilia e, incontrato san Francesco, fu inviato a Padova dove spese la sua esistenza diventando… sant’Antonio di Padova! Mentre fervono i preparativi per accogliere le reliquie di Berardo e i suoi compagni, donate dalla diocesi di Coimbra, padre Danilo Reverberi, parroco della Chiesa di Sant’Antonio, sottolinea: “I Protomartiri permetteranno a tutti i ternani di capire che la nostra città non è soltanto legata all’acciaio e alle industrie ma può essere considerata una terra di santi. Questo evento ci costringe a riflettere, a interrogarci non solo sulla qualità della vita ma anche sulla sua finalità, spostando la speranza verso la nostra vera Patria”. Le celebrazioni per l’accoglienza delle reliquie avranno il momento culminante, oltre che nella giornata di studio al Museo diocesano di Terni venerdì 11 giugno alle ore 9.30, nella chiesa di Sant’Antonio domenica 13 giugno alle ore 18 con l’erezione a santuario della chiesa cittadina e la deposizione delle reliquie all’interno della grande celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Vincenzo Paglia.

AUTORE: Caterina Ribeca