Già in questa pagina pubblicammo a suo tempo la riconsegna al culto della chiesa di Santa Maria Maggiore dopo il terremoto del 1997. Che senso ha, potrebbe chiedersi il lettore, scrivere ora della riapertura della stessa chiesa? Non significa ritornare sul medesimo argomento? Sarà bene allora fornire qualche chiarimento coadiuvati dalla disponibilità del canonico don Giuseppe Biselli, parroco della stessa chiesa dall’ottobre del 1969. Fu provvidenziale un incontro tra mon. Vittorio Peri e don Giuseppe, databile nei primi del 1998. MonSanta Peri nella circostanza rese noto al parroco che il suo amico mons. Sante Boscariol era informato circa l’intenzione dell’associazione fra le Casse di risparmio del Nord-Est di intervenire in aiuto del patrimonio monumentale-artistico di Assisi. Don Giuseppe si attivò subito contattando mons. Boscariol che a sua volta fece presente all’Associazione l’opportunità di riparare la chiesa di Santa Maria Maggiore, prima cattedrale di Assisi intorno alla quale si sarebbe sviluppata l’imponente sede vescovile. Detta Associazione, convinta della bontà dell’intervento, richiese la documentazione ed il progetto soltanto preliminare, materiale che lo studio dell’ing. Claudio Menichelli si apprestò a predisporre insieme alla documentazione fotografica. Ricerche di carattere storico e artistico erano già state raccolte da Rosalia Conti ed inviate ai dovuti responsabili. In data 18 luglio 1998 don Giuseppe scrisse una informativa alle varie fondazioni interessate: “Con un po’ di ritardo dovuto agli intralci burocratici invio la documentazione da voi richiesta (progetto preliminare) riguardante il restauro della chiesa di Santa Maria Maggiore in Assisi resa inagibile a seguito del terremoto del 26 settembre 1997. Il contributo pubblico, secondo le previsioni, coprirà soltanto una parte dei lavori, mentre la restante, rimarrebbe a nostro carico. Il vostro intervento, con la somma da voi indicata, potrebbe essere sufficiente per portare a termine il restauro completo della chiesa entro il prossimo anno, rendendola così funzionante per il Giubileo del 2000. Senza il vostro aiuto non avremmo certamente alcuna possibilità di completare il ripristino totale in tempi brevi”. Il 31 luglio successivo l’Associazione delle Fondazioni notificò al parroco l’orientamento favorevole a destinare l’importo complessivo di 670.000.000 di lire. La comunicazione giunse nell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di don Giuseppe, quasi come un premio al suo attivismo e alla sua determinazione. Inviato e preso in esame il “progetto tecnico esecutivo di recupero”, iniziarono i lavori. La notte di Pasqua dell’anno 2000 si spalancò il portale della chiesa per la veglia dei fedeli: in realtà appariva restaurata soltanto nella navata centrale e nella navata di sinistra. Fu nostra preoccupazione dare subito notizia della “parziale” riapertura. I lavori sospesi per mancanza di fondi ripresero grazie al contributo pubblico: si provvide al recupero della navata di destra, alla ripulitura e al restauro dell’abside, al consolidamento del campanile. Ed eccoci arrivati alla fine di giugno. Sabato 22 fervono i preparativi per la cerimonia di riapertura totale. Nella piazzetta antistante la facciata la calura non dà tregua ma l’interno accoglie una benevola frescura tra le note musicali delle prove concertistiche. Domenica 23 giugno la cerimonia ufficiale: la celebrazione eucaristica nel corso della mattinata è presieduta dal vicario generale mons. Orlando Gori. A metà pomeriggio, dopo gli interventi del parroco, del vicesindaco Claudio Ricci, del presidente dell’Associazione fra le Fondazioni Giovanni Sammartini, del consigliere della Cassa di risparmio di Udine e Pordenone Cattarossi e del vescovo mons. Sergio Goretti, inizia il concerto eseguito dal Coro della Cappella Musicale di San Rufino e da “Assisincanto Chorus”, direttori lo stesso don Giuseppe e Lucio Sambuco, organista maestro Carlo Abbati, secondo un programma curato dal maestro padre Albino Varotti; concerto replicato il 24 giugno, mentre altro concerto d’organo viene eseguito il giorno successivo da Felice Pericoli. La cerimonia di riapertura è terminata con il concerto del 26 giugno in omaggio a san Francesco: occasione volutamente creata, se si considera che proprio nella sede vescovile attigua alla chiesa Francesco si spogliò dei vestiti riconsegnandoli al padre, che nella stessa dimora vescovile Francesco riconciliò il podestà di Assisi con il vescovo Guido e compose la strofa del Cantico riguardante il perdono.
Riaperta l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore
Completati i lavori anche grazie all'associazione delle Casse di risparmio del Nord-Est
AUTORE:
Francesco Frascarelli