Dal 14 al 18 luglio si è svolto a Collevalenza, presso la struttura di accoglienza del santuario dell’Amore Misericordioso, un incontro internazionale di pastorale giovanile e vocazionale.
Padri e Ancelle provenienti da Spagna, Italia, Brasile, Bolivia, Messico, Cile, Romania, Germania hanno riflettuto sul senso di identità e di appartenenza, consapevoli di essere chiamati a essere icona dell’Amore Misericordioso, icona vivente capace di mostrare ai giovani la bellezza dell’Amore Misericordioso.
Dopo il messaggio introduttivo su “il senso di appartenenza come fondamento della pastorale giovanile e vocazionale” reso da m. Speranza Montecchiani, superiora generale delle Ancelle, e da p. Aurelio Perez, superiore generale dei Fam, i partecipanti all’incontro hanno ascoltato le relazione di don Fabio Attard, salesiano, consigliere generale per la pastorale giovanile, di p. Francesco Piloni, ofm, responsabile del servizio orientamento giovani di Assisi, e di p. Andrea Arvalli, ofm conv, responsabile del progetto “Portico francescano”.
Don Fabio Attard ha tracciato un dettagliato e prezioso quadro di riferimento della pastorale giovanile a livello internazionale. Padre Piloni ha illustrato il metodo che i Frati minori hanno sperimentato in più di trent’anni e la cui idea centrale è “lasciarsi restaurare da Gesù Cristo”: il mandato di Gesù a Francesco d’Assisi perché riparasse la sua Chiesa.
Per la famiglia dell’Amore Misericordioso può essere centrale un cammino di riconciliazione con Dio, Padre buono e misericordioso che arde di amore per tutti gli uomini. Ecco alcuni suggerimenti di padre Francesco per i responsabili del settore: l’importanza della prima evangelizzazione (infatti non ci sono vocazioni senza evangelizzazione, senza annunciare la Pasqua del Cristo); proporre ai giovani una meta alta, la prospettiva di legare la propria vita a Qualcuno; offrire ai giovani il “sogno di Dio”, il Suo progetto d’amore; suscitare in loro domande fondamentali come “Chi ti abita? A chi obbedisci? Da dove vieni, dove sei, dove vai, per quale strada passi?”.
In questo senso – ha ribadito Piloni – la strada passa per i personaggi biblici, che permettono ai giovani di vivere processi di identificazione positivi e una vera propria scuola di amore.
Soltanto la sacra Scrittura può suscitare nel cuore dei ragazzi le domande giuste e, nell’epoca delle passioni tristi, ristabilire l’ordine dei quattro desideri, quelli dell’uomo e quelli di Dio per ogni uomo/donna: diventare uomo (donna), essere figlio (figlia), sposo (sposa) e padre (madre).
Ciò che fa la differenza è la possibilità di accompagnare i giovani verso la purificazione delle loro storie, stando loro accanto senza fare gli “amiconi” ma in virtù dell’autorevolezza di animatori dal cuore grande e libero, attenti a curare una formazione a tutto campo, per comprendere il linguaggio delle nuove generazioni, parlando il linguaggio di Dio e indicando la misura alta della vita.