“Incertezza” è la parola d’ordine per descrivere la situazione delle Province umbre, che non sono in grado di presentare i bilanci, e sono a rischio di dissesto perché sono venute meno i trasferimenti statali. Ci saranno altri 20 giorni di tempo ma poi che succederà? I prefetti decreteranno la fine di questi enti?
In questi giorni c’è molta tensione tra i dipendenti umbri. La Regione ha varato un pacchetto di misure ma non potranno riguardare tutti i dipendenti. Solo qualche giorno fa, 80 lavoratori sono entrati a palazzo Cesaroni mentre si svolgeva il Consiglio regionale: la seduta è stata sospesa e i dipendenti sono stati ricevuti dai presidenti dei gruppi politici.
La Rsu della Provincia di Perugia ha chiesto “un provvedimento urgente di proroga del termine di approvazione del bilancio di previsione 2015”, attraverso una lettera consegnata alla prefettura di Perugia, affinché il prefetto si faccia interprete delle richieste che giungono dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’ente.
“L’impossibilità di approvare il bilancio nei termini previsti – è detto nella lettera – oltre a compromettere l’erogazione di servizi già fortemente ridotti a causa delle misure imposte dalla legge di stabilità 2015, disegna uno scenario inedito dagli effetti non prevedibili.
Tali effetti rischiano di compromettere i già difficili e incerti processi di riordino istituzionale e di ricollocazione del personale derivanti dalla legge n. 56/2014. In tal senso, nelle more della necessaria adozione di misure di sostenibilità finanziaria dei bilanci degli enti di area vasta nell’anno in corso e per il 2016 e il 2017, la proroga deve consentire nell’immediato, oltre che a delineare con precisione gli effetti istituzionali e gestionali che conseguirebbero alla dichiarazione dello stato di dissesto, a rendere coerenti e compatibili le tempistiche del processo di riordino con le finalità di garanzia di tenuta dei servizi e dell’occupazione”.
Stessa situazione alla Provincia di Terni dive il presidente dell’ente, Leopoldo Di Girolamo, ha inviato una lettera al prefetto proprio per comunicare l’impossibilità dell’ente di chiudere la partita bilancio nei tempi previsti. “L’ente non è ancora in grado di produrre uno schema di bilancio completo di previsione 2015 entro il termine di legge fissato al 30 settembre per la persistenza di importanti incertezze circa l’attuazione della legge 56 del 2014 e della legge regionale 10 del 2015.
Non è ancora stato eseguito l’accordo Stato-Regioni relativo al finanziamento dei Centri per l’impiego e non è stato ancora approvato il decreto ministeriale modificato dalla legge di conversione 125 del 2015 che definisce le somme che le Regioni sono tenute a versare per le spese sostenute dalle Province per l’esercizio delle funzioni non fondamentali, oggetto di riordino”.
L’impressione è che, considerata la situazione, il Governo dovrà intervenire in qualche modo per sistemare la riforma che, come al solito, si è fermata in mezzo al guado.