Mi pare ben motivato il fatto che i religiosi e le religiose dell’Umbria abbiano accolto l’invito dei Vescovi a scrivere nel 2015 la rubrica settimanale de La Voce dove solitamente firmavano articoli i presuli dell’Umbria.
Compariranno ben 48 articoli nei quali 24 religiosi e 24 religiose, attraverso i propri carismi e le loro opere, illustreranno il loro servizio alle Chiese particolari che sono in Umbria e alla Chiesa universale. Servirà a conoscerci meglio e a far crescere la comunione ecclesiale.
Perché le religiose e i religiosi? Perché il 2015 è l’Anno della vita consacrata. “Mi attendo che svegliate il mondo! – ebbe a dire loro Papa Francesco. – Perché la nota che caratterizza la vita religiosa è la profezia… I religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in maniera profetica… Profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra!”.
Il religioso sa scrutare la storia e interpretare gli avvenimenti. Come ha fatto Maria che, contemplando e meditando nel suo cuore ogni cosa, ha cantato il Magnificat nel quale esprime tutta la sua esultanza, intravedendo l’opera di Dio nel groviglio della storia umana. Lei ha avuto il coraggio profetico di vedere già il regno di Dio che abbatte (pre)potenti, ricchi, gaudenti, e innalza poveri, umili, quelli che si affidano al Signore. Lei conosce Dio e gli uomini, sa dove va la storia, oltre le apparenze e le contraddizioni rilevate in modo superficiale dalle cronache giornalistiche. Lei è l’umile e coraggiosa madre-discepola-missionaria, testimone sicura dell’Amore misericordioso di Dio in ogni generazione.
Dall’Anno della vita consacrata, Papa Francesco si aspetta inoltre la testimonianza della “comunione fraterna ed ecclesiale”. “Siate instancabili costruttori di fraternità, anzitutto praticando fra voi la legge evangelica dell’amore scambievole. Mostrate al mondo che la fraternità non è un’utopia ma il sogno di Gesù per l’umanità intera”. Mettendo da parte critiche, pettegolezzi, invidie, contrapposizioni, cresca la reciproca accoglienza, la correzione fraterna, il perdono, la condivisione tra persone diverse, anche culturalmente. Una comunione che abbraccia differenti carismi e vocazioni nella Chiesa.
Il Papa si attende in modo particolare dai religiosi/e ciò che sta chiedendo a tutta la Chiesa: uscire da se stessi per andare verso le periferie, gli ultimi, i poveri, i malati, come faceva Gesù. “Non ripiegatevi su voi stessi, non lasciatevi asfissiare dalle piccole beghe di casa, non rimanete prigionieri dei vostri problemi. Questi si risolveranno se andrete fuori ad aiutare gli altri a risolvere i loro problemi e ad annunciare la buona novella. Troverete la vita dando la vita, la speranza dando speranza, l’amore amando” (29 novembre 2014). E qui c’è bisogno di concreta e coraggiosa creatività, come nei santi religiosi, tutti testimoni dell’amore, della misericordia e della tenerezza di Gesù. Così i religiosi riflettono la gioia del Vangelo, di ogni Regola che richiama e che porta alla perfetta letizia, come diceva san Francesco.
Papa Francesco ricorda che l’Anno della vita consacrata deve coinvolgere tutto il popolo cristiano, ricordando con gratitudine i tanti santi religiosi. Vescovi, sacerdoti, laici possono sostenere e accompagnare i consacrati, e viceversa, per raggiungere gli obiettivi annunciati: guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza. Le religiose e i religiosi dell’Umbria, attraverso queste pagine, potranno aiutarci a dare uno sguardo coraggioso e sapienziale alle vicende attuali delle nostre Chiese locali e dell’intera regione, attingendo alla storia e alle spiritualità che hanno reso l’Umbria nota al mondo come terra feconda di carismi e di santi.