Religione a scuola. Il ‘modello’ Italia

Insegnanti di religione turchi a Spoleto con il 'progetto Leonardo'

Come funziona l’insegnamento della religione nelle scuole italiane? La domanda se la sono posta in Turchia, Paese a maggioranza islamica che si definisce laico e che ha chiesto di entrare nell’Unione europea e si sta preparando a ricevere la visita di Papa Benedetto XVI. Quattro insegnanti della scuola pubblica turca cercano le risposte a Spoleto, dove sono giunti grazie alla cooperativa sociale ‘Azzurra’, loro partner nel progetto comunitario ‘Leonardo da Vinci’ attraverso il quale l’Unione europea finanzia iniziative che favoriscono lo scambio culturale, didattico ed esperienziale dei giovani e dei formatori di Paesi appartenenti all’Unione o in attesa di aderirvi. Gli insegnanti turchi (un direttore di scuola, un insegnante di inglese e due di religione) sono giunti in città domenica 5 novembre e da lunedì, accompagnati dai loro partner della cooperativa (per il 2006 hanno avuto 22 progetti Leonardo con scuole di diversi Paesi) e dal tutor, una ragazza turca che studia in Umbria, hanno iniziato a prendere conoscenza con la realtà italiana. Tra le altre cose martedì hanno visitato la casa per ragazze diversamente abili delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto a Monte Pincio, mercoledì hanno incontrato cinque insegnanti di religione, giovedì hanno visitato l’Ipsia e l’Itis della città, venerdì sono accolti dall’Arcivescovo Riccardo Fontana per una visita al museo diocesano e la prossima settimana proseguiranno gli incontri sull’insegnamento della religione nelle scuole, senza trascurare visite culturali a Venezia, Firenze, Assisi, Perugia.’L’incontro tra gli insegnanti di religione italiani e turchi si è rivelato molto interessante’, commenta don Edoardo Rossi che insieme ad altri cinque insegnanti spoletini ha spiegato agli ospiti come funziona il sistema italiano, dal Concordato alle attuali norme che riguardano l’insegnante e l’insegnamento della religione, dalla libertà di scelta dei ragazzi al programma scolastico, ai metodi. ‘Abbiamo trovato grande interesse e apertura – commenta don Edoardo – scoprendo che tra i due sistemi turco e italiano ci sono diversi punti in comune’ tra i quali il fatto di ‘insegnare la religione come valore culturale e non come proposta di fede, dando spazio anche alla conoscenza delle religioni non cristiane’. Gli insegnanti turchi hanno spiegato ai colleghi spoletini che nelle loro scuole viene insegnata la storia dell’islam e gli studenti hanno la possibilità di scegliere se seguire questo corso o un altro e che, a differenza dell’Italia questo insegnamento ricade sotto la competenza del Ministero per la religione. Sollecitati da una domanda delle insegnanti di religione, hanno confermato che anche per la religione, come per le altre materie, ci sono insegnanti donna. ‘Si sono interessati anche alla nostra distinzione tra l’insegnamento della religione nelle scuole e il catechismo ed hanno chiesto di visitare un oratorio e conoscere le nostre attività educative a favore dei giovani poichè sono esperienze che loro non conoscono’ aggiunge don Edoardo che ci saluta e poi riprende ”dimenticavo: hanno chiesto anche di poter assistere ad una messa. Vedremo quando!’.

AUTORE: Maria Rita Valli