Referendum cittadinanza. Una scelta per un’Italia che riconosce i suoi figli

Oggi ci concentreremo su un tema cruciale che impatta la vita di milioni di persone: il diritto alla cittadinanza in Italia. Recentemente, il referendum sulla cittadinanza ha superato le 500.000 firme, grazie all’impegno di associazioni, cittadini e attivisti. Quali sono le implicazioni di questo referendum e perché è importante continuare a raccogliere firme? Esploriamo insieme la questione.

A cosa serve la raccolta firme?

Questa raccolta firme mira a sostenere una proposta di legge per modificare le attuali normative sulla cittadinanza italiana attraverso un referendum. Aumentando le firme, si esercita maggiore pressione politica per la sua discussione. Attualmente, la cittadinanza può essere concessa a stranieri residenti legalmente in Italia da almeno 10 anni. Questa proposta intende ridurre il termine a 5 anni, come era prima del 1992 e come praticato in vari altri Stati UE. Rimangono invariati gli altri requisiti, come la conoscenza della lingua italiana, adeguate fonti economiche, idoneità professionale, adempimento degli obblighi fiscali e assenza di motivi di esclusione legati alla sicurezza nazionale. In Italia, circa 2,5 milioni di persone, inclusi i figli minori conviventi, potrebbero trarre beneficio da questa modifica. Per milioni di persone, questa riforma significherebbe molto più di un semplice cambiamento legislativo. Cambierebbe vite. Oggi, in Italia, ci sono bambini e giovani che, pur essendo nati e cresciuti qui, non hanno diritto alla cittadinanza italiana. Parliamo di ragazzi che frequentano le stesse scuole, parlano la stessa lingua, condividono gli stessi sogni e aspirazioni dei loro coetanei italiani. Ma per la legge, sono ancora considerati “stranieri”. Questa condizione crea una divisione invisibile, una barriera che li separa da diritti fondamentali, come la partecipazione alla vita politica o la possibilità di viaggiare liberamente.

Perché è importante?

Per gli stranieri che vivono in Italia, ottenere la cittadinanza significa più di un pezzo di carta: significa appartenenza, sicurezza, dignità. Significa non dover più aspettare anni, o affrontare ostacoli burocratici, per vedere riconosciuti i propri diritti. Significa poter sognare un futuro con più certezza e stabilità. Con questa legge, l’Italia potrebbe finalmente riconoscere ufficialmente l’importante contributo delle seconde generazioni, che sono ormai parte integrante del tessuto sociale e culturale del Paese.

Conclusione

Questo referendum non è solo una questione tecnica o giuridica. È una battaglia per l’inclusione, per il riconoscimento e per la giustizia sociale. È un passo verso un’Italia che riconosce tutti i suoi figli, indipendentemente dalle loro origini.

Ouns Mornagui
(Intervento fatto all’incontro Voci dal mondo a Spoleto)

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