Povertà assoluta non è solo non avere soldi. È anche non avere né lavoro né casa per sostenere la propria famiglia, significa non avere un titolo di studio, significa anche essere malati e non avere familiari o amici su cui contare. Si può essere poveri in modi diversi. E se si è italiani è più facile che la povertà ci colpisca quando siamo anziani e soli anche se abbiamo la casa di proprietà, mentre se siamo stranieri è più facile che la povertà colpisca tutta la nostra famiglia perché non troviamo lavoro né casa.
La descrizione emerge dalle 56 pagine con 31 tabelle e grafici del Terzo Rapporto sulla povertà nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve dal titolo: “Contrasto alla povertà. L’impegno della Caritas”, presentato venerdì scorso a Perugia dall’economista Pierluigi Maria Grasselli, direttore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale della Caritas diocesana. Numeri, dunque, che dicono di situazioni reali del nostro territorio perché si tratta di dati raccolti al Centro d’ascolto diocesano Caritas sulle persone che si sono rivolte al Centro stesso nell’anno 2017. Un dato su tutti: in Umbria la povertà assoluta è tre volte più alta rispetto alle altre regioni del Centro Italia e la “povertà emergente”, la solitudine, è sempre più diffusa tra gli italiani.
Stranieri in regola
Una sottolineatura è stata fatta sugli stranieri che si rivolgono al centro d’ascolto: per la gran parte sono in Italia da più anni con regolare permesso di soggiorno e spesso sono sposati ed hanno figli e la loro necessità più pressante è quella di poter lavorare e di poter avere una casa. Capita che si presentino al Centro anche degli irregolari (con i documenti scaduti o senza documenti) ma queste situazioni, ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti, “sono destinate ad aumentare perché il Governo non ha fatto e non fa una politica che non sia quella di mandarli via. Ma questo riuscirà solo per una piccola parte. Tutti gli altri saranno condannati all’illegalità?”.
Violenza sulle donne
E seppure ampio, il Rapporto non esaurisce la descrizione delle necessità e delle richieste di aiuto che si presentano alla Caritas. Lo ha detto il diacono Pecetti, evidenziando la novità rappresentata dal crescente numero di donne che si presentano denunciando di subire violenze in famiglia o di essere minacciate di morte. Almeno 5 casi da inizio anno, quando prima accadeva di rado. Sono soprattutto italiane e i compagni o mariti hanno quasi sempre a che fare con droga, alcol o gioco d’azzardo. È la povertà di famiglie disgregate, ha sottolineato Pecetti.
Chiesa povera
Mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale, ogni mattina in parrocchia offre la colazione a dei “barboni” con i prodotti offerti da bar e negozi della zona. Ha ricordato la “scelta preferenziale” dei poveri fatta dai Padri del Concilio Vaticano II e riproposta da Papa Bergoglio come linea del suo pontificato espressa nella stessa scelta del nome del “Poverello di Assisi” san Francesco. (Scarica il testo completo dell’intervento di Grasselli a questo link: PresentazioneTerzoRapportoPovertàGiugno18).