Lo specialissimo rapporto di Carlo Acutis con san Francesco e la città di Assisi
“Laudato si’ mi’ Signore cum tucte le tue creature”. Il cantico di frate Sole piaceva molto a Carlo. Quell’inno di gioia e di amore, scritto dal Santo di Assisi, lo aveva sempre appassionato e coinvolto. Così come tutto quello che aveva potuto assaporare nella città serafica, quel luogo che il giovane milanese amava ed in cui ha respirato il carisma di Francesco.
Lo considerava il posto che lo faceva sentire più felice e qui aveva espresso il desiderio di essere sepolto. Carlo ha iniziato a frequentare la città dal 2000 dopo che i genitori acquistarono un’abitazione nel centro storico a fianco alla chiesa di Santo Stefano. Durante le festività natalizie e pasquali e nelle vacanze estive, amava trascorrere il suo tempo in città insieme ai suoi amici frequentando la piscina e giocando a calcio. Una vita serena, spensierata, vissuta con gioia con i suoi coetanei e con le persone incontrate nei suoi lunghi soggiorni. Egli non era un semplice turista o un pellegrino come i tanti che affollano la città del Poverello.
Il suo sorriso e quel viso che emanava simpatia e tenerezza, erano ormai dei tratti distintivi di un ragazzo che con Assisi era entrato in simbiosi.
All’indomani della sua morte, il cimitero cittadino dove è stato sepolto, è diventato un piccolo luogo di pellegrinaggio per gli assisani e per i cittadini provenienti da ogni zona d’Italia. La città ha inoltre voluto onorare la sua memoria dedicandogli ed intitolandogli, presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore, un oratorio che accoglie tantissimi giovani. Ora la sua nuova casa è nel Santuario della Spogliazione, proprio nel luogo dove Francesco si spogliò di tutto ed iniziò il suo straordinario percorso di santità.
William Stacchiotti