Davanti a certi casi di violenza sessuale, visti i particolari riferiti, è ammesso dire che la vittima “se l’era cercata”? Certamente no, se con questo si vogliono trovare giustificazioni o attenuanti al crimine dello stupratore. Tanto meno se lo scopo è ribaltare la colpa sulla vittima, secondo lo schema antico per cui, nelle faccende di sesso (e non solo), fra la donna e l’uomo la tentatrice, la peccatrice è sempre lei; e lui è colpevole, al più, di ingenuità.
Su questo punto non sono ammessi equivoci. Ma un conto è fare chiarezza su questo punto, e altro è indignarsi – come fa il femminismo radicale – se qualcuno, mettendosi dalla parte dell’agnello, si permette di ricordargli che sarebbe meglio per lui non accettare l’invito a cena a casa del lupo. La tesi delle femministe, ribadita con forza, è che una donna deve avere la libertà di andare dove vuole e fare quello che vuole – se del caso, anche sbronzarsi e/o drogarsi – vestita o svestita come le pare, a tutte le ore del giorno e della notte, senza correre il rischio di essere abusata. E non è proprio sbagliato: un mondo dove non ci fossero predatori sessuali, sarebbe un mondo migliore. A maggior ragione se fosse anche un mondo, che so, senza rapinatori, scippatori, borseggiatori e truffatori.
Purtroppo però i predatori sessuali esistono, ed esistono anche rapinatori, borseggiatori, eccetera; e non vediamo molto vicino il giorno in cui tutti i cattivi saranno diventati buoni. Allora, se io consiglio ai miei coetanei (i vecchietti) che, se salgono sulla metropolitana a Roma, è meglio non lasciare il portafogli che spunta dalla tasca posteriore, mica li colpevolizzo: gli rendo un servizio. Idem se consiglio di chiudere bene la porta quando escono di casa. Poi, se vengono derubati ci sarà comunque la pena per i colpevoli.
Non mi pare che sia un attentato alla libertà delle donne raccomandare di guardare bene con chi vanno, dove vanno, che cosa bevono e che cosa fumano. Raccomandazioni che, si capisce, valgono anche per i maschi. Ma se una ragazza – come in un caso famoso – comincia a tirare cocaina prima ancora di uscire di casa per recarsi alla festa dove sa già che tutti si ubriacano e si drogano, che cosa si aspetta? È proprio l’agnello che va in casa del lupo. In attesa di un mondo in cui il lupo e l’agnello pascolino insieme, come nella profezia di Isaia. Ma quello è l’al di là.