Quarant’anni dal Concilio: ricordi, attualità, attese

Se ne è parlato in un convegno al quale hanno partecipato mons. Bottacioli e mons. Peri

“Persino la luna si è affrettata a guardare…” Con le indimenticabili ed emozionanti parole di Giovanni XXIII alla sera dell’11 ottobre 1962, giornata di apertura del Concilio, è stata avviata, a Gubbio, una tavola rotonda sul tema “A quarant’anni dal Concilio: ricordi, attualità, attese”.

Affollata la sala: non più giovani che ricordavano, non senza un pizzico di nostalgia, quel grande evento, ma anche giovani che della “nuova Pentecoste della Chiesa” (cfr. Enzo Bianchi su Avvenire del 10/10/02) avevano solo letto o sentito parlare. Non una rievocazione, ma la lettura di un fatto di 40 anni fa che si è rivelato dirompente per la Chiesa e che ancora oggi è non solo attuale, ma in molta parte non ancora realizzato.

La serata si è aperta con un filmato, appositamente montato con brani dell’epoca. È stata così evidenziata l’importanza di cogliere la collocazione storica del grande fatto della Chiesa. Erano gli anni delle grandi paure (nucleare, guerra fredda,..) ma anche delle grandi speranze (primi segnali di disgelo), delle prime esplorazioni dello spazio ma anche dei tentativi, almeno in Italia, di utilizzare i nuovi strumenti per una alfabetizzazione di massa (hanno commosso gli spezzoni del maestro Manzi e del suo “Non è mai troppo tardi”).

E poi il muro di Berlino, la crisi di Cuba, il boom economico e, sempre per l’Italia, le forti emigrazioni interne. Attraverso il filmato i partecipanti hanno colto l’annuncio a sorpresa del Concilio dopo soli tre mesi di pontificato del Papa, i preparativi, la giornata di apertura dal “Gaudet mater ecclesia” ai “profeti di sventura”, le resistenze all’interno della curia romana. E poi la morte di Giovanni, la ripresa del Concilio con Paolo VI e la sua conclusione nel 1965. Un documento filmico davvero importante e certamente per molti, delle immagini mai vedute.

Ha avviato la tavola rotonda il vescovo di Gubbio mons. Bottaccioli che era presente ai lavori del Concilio (anche se non a quelli “ufficiali”) in qualità di giovane segretario dell’allora vescovo Ubaldi. Mons. Bottaccioli ha ricordato fatti inediti di quella grande giornata e ha poi affrontato le motivazioni di fondo di quell’assise, la più grande assemblea deliberante della storia con gli oltre 2500 padri conciliari.

È seguito l’intervento di mons. Vittorio Peri, preside della facoltà teologica di Assisi e “divulgatore” delle gioie e delle speranze conciliari tra i giovani sportivi del Csi del quale è Assistente nazionale. Don Peri ha evidenziato lo “stravolgimento conciliare” ma soprattutto si è soffermato sul non realizzato, su quanto, cioè, la Chiesa deve ancora attuare degli insegnamenti conciliari. In particolare, il relatore ha ricordato il coinvolgimento attivo dei laici, il ruolo della donna nella Chiesa, il funzionamento reale dei vari organismi partecipativi ai vari livelli.

In chiusura del suo intervento, sviluppato in termini di straordinaria chiarezza, mons. Peri ha indicato alcuni passaggi essenziali per cogliere in pieno tutte le indicazioni emerse dal Concilio: una intensa pastorale di evangelizzazione; un laicato più corresponsabile con una “Chiesa più laicale e meno clericale”; una comunità più fraterna e meno burocratizzata, una Chiesa più centrata sulle cose da fare; una chiesa con una fede meno interiorizzata, ma più incarnata nel tempo: una fede adulta più consapevole; una chiesa meno maschilista e più aperta alle donne.

Una serata davvero molto bella ed interessante, conclusa dal coordinatore con le parole della Gaudium et Spes così forte e impegnative per tutti: “Il futuro dell’umanità è riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza”.

AUTORE: R.G.- G.B.