di Maria Rita Valli
Sabato 9 giugno sarà l’ultimo giorno di scuola. Chi ha gli esami dovrà ancora studiare ma per la maggior parte degli studenti inizia il tempo delle vacanze, il tempo libero dallo studio che non sarà, però, un tempo vuoto viste le numerose proposte di centri estivi di vario genere: dagli oratori parrocchiali ai campi delle associazioni ambientali o di impegno sociale e così via. Proposte che sono per le famiglie un aiuto importante soprattutto quando i genitori lavorano e non ci sono nonni che possano “badare” i nipotini. Si apre, dunque, un periodo pieno di attività e, per gli animatori, di responsabilità alla quale si sono preparati negli incontri formativi. È, anche questo, un tempo di crescita, un tempo in cui si fa esperienza di comunità, si impara a stare insieme in un contesto diverso dalla scuola, dalla famiglia, dal gruppo di amici. L’impegno che nelle prossime settimane verrà profuso dai parroci, dai religiosi e dalle religiose, ma soprattuto dai giovani e dalle giovani animatrici nei Grest umbri è un valore che costruisce la società. I giovani sono il futuro della società e della Chiesa perché sono gli adulti di domani. Dovrebbero poter essere protagonisti, oggi, delle scelte che li riguardano. E chi fa politica dovrebbe avere lo sguardo aperto sul futuro quando discute di economia, di ambiente, di politiche sociali, di scuola, di fine vita e di vita nascente. C’è un dato, su tutti, che dovrebbe “condizionare” ogni dibattito, ogni scelta: il basso numero di bambini che nascono ogni anno in Italia e in Umbria. L’Istat nelle previsioni demografiche avverte che se le cose non cambiano nel 2045, tra 27 anni, la popolazione sarà molto diminuita (più di un milione in meno, più di tutta la popolazione della nostra regione) e sarà molto più anziana. Se le cose non cambiano, con politiche vere a sostegno della natalità e tanto altro, i nostri nipoti vivranno in un paese di vecchi più o meno in buona salute.
Di fronte a questo scenario che senso ha pensare al futuro? O meglio, il futuro di chi stiamo costruendo? Sono domande che anche la Chiesa si pone e non a caso Papa Francesco ha indetto un Sinodo sui giovani, cioé ha chiamato i vescovi di tutto il mondo a riflettere su “I giovani, la fede, il discernimento vocazionale” coinvolgendolo anche nella preparazione al Sinodo. Nella Lettera scritta ai giovani il 13 gennaio 2017 Papa Francesco chiede a loro di farsi coinvolgere in questo percorso riconoscendone il contributo prezioso e insostituibile. “Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità”, scrive Papa Francesco.