Cresce la sfiducia nei partiti e nella politica, ma cresce anche la voglia della gente di impegnarsi per risolvere problemi comuni.
Succede anche a Perugia, dove 12 tra associazioni e comitati di quartiere si sono messi insieme con un progetto collettivo, per rendere più sicuro, attraente e vivibile il centro storico, proponendosi come interlocutori della politica e delle istituzioni e di avviare un processo di rivitalizzazione del tessuto sociale, condizione necessaria per il recupero della sicurezza.
Un esperimento e, forse, anche un modello di partecipazione da contrapporre al sentimento diffuso di sfiducia nella politica e alla rassegnazione di chi dice che ormai non c’è più niente da fare.
Un’esperienza di “lavori in corso” della quale con La Voce ha parlato Gianfranco Faina, che di questo Tavolo di 12 associazioni è il coordinatore.
I cittadini – dice – non si limitano alla buona pratica di pulire strade e giardini ma costituiscono un interlocutore di “partecipazione attiva” per il bene comune della città.
Dalla Nestlé al Tavolo
Faina per motivi di lavoro ha trascorso molti anni lontano da Perugia ricoprendo incarichi di grande responsabilità: direttore generale della Perugina, direttore centrale alla Nestlé e anche presidente del Conai, il Consorzio nazionale riciclo imballaggi. Nel 2005 la pensione e il ritorno nella sua città, dopo 15 anni a Milano.
Perugia “mi è apparsa peggiorata e degradata sul piano sociale. Mi sono chiesto che cosa potevo fare io”. Si iscrive così all’istituto Conestabile-Piastrelli, istituzione culturale di ispirazione cattolica attenta al bene comune. Nel 2013 Perugia è impegnata nel progetto di candidatura a Capitale europea della cultura. La Fondazione costituita per gestire il progetto chiede un contributo di idee alle associazioni cittadine, tra le quali il Conestabile.
Faina partecipa agli incontri con quelle associazioni e comitati di quartiere che già negli anni precedenti erano sorti a Perugia. La candidatura a Capitale europea della cultura non è poi andata in porto, e anche quell’esperienza di partecipazione delle associazioni, nonostante le “buone intenzioni dichiarate” della Fondazione – prosegue Faina -, sul piano pratico non era stata positiva.
“Proprio in quella sede però – prosegue – abbiamo capito l’importanza di lavorare insieme, di superare il particolarismo e, in certi casi, anche l’autoreferenzialità. Abbiamo capito che bisognava scambiarsi idee e proposte, creare una sinergia tra iniziative ed eventi, che non dovevano sovrapporsi. Insomma, serviva un progetto collettivo con una visione comune dei problemi del centro storico”.
Il centro: cuore e motore
L’acropoli è il cuore e l’anima di Perugia, dove – dice Faina – anche per una “politica urbanistica dissennata” e per il trasferimento di uffici e attività in periferia, la popolazione dei residenti si è quasi dimezzata, da più di 20.000 a 11.000, così come si è dimezzato il numero degli studenti iscritti alle due Università (da circa 40.000 a 20.000).
Un centro storico che per numero di abitanti, e quindi di elettori, può avere poco peso politico, ma che ha invece grande valore per l’“immagine” della città, per la sua attrattività turistica e culturale. È dunque anche il motore economico dell’intero Comune e del suo circondario. Insomma, la rivitalizzazione del centro storico va a beneficio della intera comunità perugina, compresi gli abitanti delle periferie e frazioni.
Risultati e iniziative
I primi risultati ci sono già stati: il centro storico è più vivo e più sicuro. “Le istituzioni – dice Faina – hanno subito percepito l’importanza di questo desiderio e impegno della gente di prendere possesso della città, di ricostruire un tessuto sociale vivo, ricreando un senso di appartenenza, di comunità e convivenza con feste di quartiere, mercatini, cene, spettacoli, rievocazioni delle nostre tradizioni. Abbiamo riscontrato l’attenzione della precedente e della nuova Amministrazione comunale”.
Adesso ci sono 4 sale cinematografiche, teatri, nuovi spazi pubblici, tante manifestazioni. Come quelle organizzate dalle associazioni del centro storico per il Carnevale, i “Concerti aperti” del giovedì e gli appuntamenti musicali di “Locus iste” con visite guidate in luoghi artistici (il più recente sabato scorso nella cappella di San Bernardino della cattedrale di San Lorenzo).
Grazie all’impegno dei residenti – continua Faina – in alcune vie e piazze dell’acropoli sono spuntati vasi di fiori, orti urbani, panchine, con i bambini che giocano e gli anziani che vi si ritrovano. “Anche le forze di polizia – sottolinea – con le quali siamo in costante contatto, ci incoraggiano a continuare in queste iniziative, che rendono più sicura la città senza trasformarla in una caserma”.
Rapporti con la politica
Per quanto riguarda i rapporti con la politica, Faina ricorda che, durante la scorsa campagna elettorale per il Comune, il Tavolo delle associazioni aveva presentato pubblicamente a tutti i candidati un documento di analisi e proposte sulle “criticità” del centro storico. Perché – sottolinea – “per noi la politica ha il dovere e il diritto di governare, di scegliere dove destinare risorse sempre più scarse, dopo avere ascoltato però le esigenze e le richieste dei territori e della gente che ci vive. Le nostre sono associazioni civiche che non rappresentano parti politiche e ideologie, le quali inevitabilmente portano allo scontro. Siamo associazioni orientate al fare e a dare concrete soluzioni ai problemi territoriali”.
Le 12 associazioni
A Perugia ormai ogni quartiere ha una sua associazione o comitato. Le 12 che attualmente aderiscono al Tavolo sono: “Vivi il borgo” per la zona di corso Garibaldi; “Borgo Bello” e “Distretto del sale” per borgo XX Giugno; “Rivivi borgo S. Antonio” a porta Pesa e corso Bersaglieri; “Fiorivano le viole” per via Alessi e via Pintoricchio; Comitato di piazza Grimana e dintorni; “Via vecchia” per la zona di via Rocchi; “Città attiva” a Monteluce; associazione di quartiere Porta eburnea: associazione di via dei Priori. A queste associazione di quartiere si aggiungono l’istituto Conestabile della Staffa e la Società di mutuo soccorso.
Concerti aperti
Con “Concerti aperti” la città apre le porte alla musica. È l’iniziativa di un gruppo di allievi del Conservatorio, che hanno costituito il “Collettivo Morlacchi”. Tutti i giovedì alle 18, fino al 25 giugno , in collaborazione con il Tavolo delle associazioni di residenti nel centro storico, sono in programma 8 concerti di musica di tutti i generi, dalla classica alle jam session . Si svolgono in chiostri, piazzette, sedi di associazioni, ma anche in terrazze e giardini di case private.
I primi sono stati nelle sede della Società di mutuo soccorso (7 maggio), nella chiesa dell’Ordine di Malta (14 maggio) e negli ex lavatoi al Cassero di Porta Sant’Angelo (21 maggio). I prossimi saranno nelle case di Elena Ambrosi (28 maggio) e Anna Lostia (4 giugno), a palazzo Boncambi (11 giugno), casa Donini (18 giugno) e l’ultimo in casa Pinelli (25 giugno). Non solo musica, perché alla fine del concerto ci sarà anche – si dice nel programma – un “simbolico banchetto”.