E’ terminato con la Pentecoste il cammino di preghiera dei giovani con il Vescovo, cammino che si è snodato nel corso di una serie di incontri tenuti in diverse parrocchie della diocesi. Sabato scorso, 29 maggio, la cattedrale ha accolto i giovani della diocesi – e non solo loro – per la veglia di invocazione dello Spirito santo.Un segno visibile anche all’esterno della cattedrale è stato quello dell’atto penitenziale: un fuoco allestito fuori, acceso dalla fiamma del cero pasquale segno del Cristo risorto, del Cristo capace di bruciare ogni peccato, come quello scritto nei vari biglietti consegnati a tutti e che ciascuno doveva gettare nel falò. All’interno, prima della liturgia della parola, la presentazione delle sette lampade, segno dei sette doni dello Spirito, portate dai giovani sull’altare; un momento intercalato dal canto di quei giovani che, già nel corso degli incontri di preghiera con il Vescovo, avevano animato i vari momenti: i giovani della Gioventù francescana, della parrocchia di San Sisto, di quella di Prepo-Ponte della Pietra, di Madonna Alta, Corciano, Monteluce e San Martino in Campo. Mons. Chiaretti, nell’omelia della veglia, ha parlato di speranza, di quella speranza ormai “disponibile per tutti, dopo la Resurrezione di Cristo”, nessuno escluso; di una speranza che deve necessariamente riportare al dialogo, dopo la Babele provocata dal peccato dell’uomo. E per fondare questo dialogo, quale parola migliore di quella sacra? della Parola di Dio? Su di essa si sono voluti impostare gli incontri di preghiera dell’anno, incontri tenuti nella parrocchie dell’Oasi di Sant’Antonio a Perugia, di San Martino in Colle, di Magione, di Colombella e di San Martino in Campo. La parola guida è stata, di volta in volta, una delle beatitudini. Aiutati da filmati provocatori, tratti dal mondo della fiction, gli animatori hanno condotto i partecipanti, di volta in volta, a porsi delle domande, domande che trovavano risposta sempre in una determinata beatitudine. L’ultimo incontro prima della Gmg diocesana è stato dedicato alla beatitudine dei poveri. Per rendere più concreto il messaggio sono stati invitati, in piena “campagna” di raccolta viveri, alcuni giovani impegnati nell’Operazione Mato Grosso, che hanno presentato la loro attività in una tra le zone più povere delle Ande peruviane, Macate. Infatti la raccolta viveri promossa dai giovani della Pastorale giovanile e dalla Caritas diocesana è andata tutta a favore di questa lontana realtà di povertà divenuta, grazie a questo interessamento, un po’ più vicina. A raccolta terminata si può tracciare un “bilancio positivo – ha affermato don Raffaele Zampella, responsabile della Pastorale giovanile diocesana – visto che anche quest’anno sono partiti quattro container, carichi di viveri, destinati a Macate”. Un gesto concreto che non vuole fermarsi qui: infatti, si sta pensando di organizzare una “missione” a Macate, tra luglio e agosto prossimi, con alcuni dei ragazzi che si sono sentiti più coinvolti in questa esperienza di raccolta viveri, un tentativo di dare maggiore continuità a quanto fatto finora.
Protagonisti della carità
Conclusi a Pentecoste gli incontri di preghiera dei giovani con il Vescovo. La raccolta vivere in quattro container
AUTORE:
Francesca Acito