Paola Binetti è una delle tre candidate alla presidenza della Regione dell’Umbria, sotto il simbolo dell’Udc, che corre da sola: “unica novità di questa campagna elettorale” ha detto Maurizio Ronconi, responsabile nazionale enti locali del partito. Binetti, la scelta di candidarsi in Umbria è un “pegno” da pagare al passaggio dal Pd all’Udc?“No, è stato piuttosto un segno forte di stima e di apprezzamento da parte dell’Udc nei miei confronti, a livello regionale e nazionale. Ho accettato perché considero l’Umbria una regione straordinaria per il modo in cui coltiva le sue tradizioni, dando loro un grande respiro in sintonia con il nostro tempo e con il valore di una modernità capace di cogliere in modo originale i valori di cui c’è urgente bisogno nel mondo politico e nella nostra società. Penso al no alla corruzione come segno concreto di un no all’avidità, penso ad un distacco dai beni materiali che acquista tutto il suo senso nello spirito di servizio e nella apertura ai bisogni di chi è meno fortunato”. In altre parole? “Mi riferisco concretamente alla dimensione verticale del senso antropologico che si respira in Umbria, a quella sua specifica maniera di dare alla spiritualità il valore di una identità profonda in dialogo con le altre. Pienamente coerenti con i propri valori, ma disposti a riconoscere il forte contributo che emerge dalla diversità, non a ‘tollerarla’ semplicemente. Penso ad Assisi e alla sua proposta di pace che intercetta l’anelito più profondo delle persone. Ma penso anche a 40 anni di un Governo sempre uguale, che ha proposto sempre le stesse soluzioni, che inevitabilmente ha irrigidito i suoi canali di comunicazione, creando privilegi per alcuni e dimenticanze per altri. Penso ad una Regione che invecchia, perché i giovani laureati, spesso i più brillanti, se ne allontanano perché non trovano lavoro, non sono riconosciuti come risorse, e senza giovani non ci sono nuove famiglie che si formano, non ci sono politiche demografiche adeguate”. Molti lettori ci hanno interpellato su questa scelta chiedendo se, una volta eletta in Consiglio regionale, rimarrà al suo posto oppure tornerà in Parlamento… “Sto affrontando questa campagna elettorale con grande determinazione, che cresce mano a mano che incontro persone, categorie professionali, e scopro bisogni che non possono più essere dilazionati. Cresce in me la speranza di potermi prendere cura della Regione, con la competenza che mi viene da tanti anni di governo, di lavoro professionale svolto in università, in clinica, accanto ai giovani e alle loro famiglie, nel mondo dell’associazionismo e nel volontariato. Se sarò eletta, resterò in questa regione a svolgere il compito che i cittadini umbri mi avranno affidato e che spero di svolgere insieme a tutti loro, senza ricette preconfezionate, ma certamente con una diagnosi di bisogni ben definita e con un programma di obiettivi altrettanto chiari, che è possibile vedere nel nostro programma”. Ha pensato che la sua candidatura, nelle liste dell’Udc, potrebbe impedire al Pdl di vincere per la prima volta in Umbria, favorendo indirettamente il Pd? “So che il Pdl ha respinto una proposta di collaborazione che era stata avanzata dall’Udc nella fase delle trattative preelettorali, ma so anche che se saremo noi a vincere – come spero davvero – governeremo con la massima apertura di orizzonti, integrando le migliori collaborazioni che ci verranno offerte nell’unica prospettiva di perseguire il bene della regione. Condivido con il Pdl l’idea che l’Umbria deve cambiare e ricominciare a respirare un’altra atmosfera di valori e di strategie operative; ma penso anche che i nostri programmi siano più concreti, le nostre proposte più valide e lo spirito che le anima più intimamente in sintonia con la cultura, la spiritualità e le esigenze di questa regione, che potrebbe davvero diventare un laboratorio politico di eccellenza per tutto il Paese”. Quali sono per lei le emergenze dell’Umbria? “Più che di emergenze mi piace parlare di priorità. In ogni caso l’attenzione al mondo del lavoro, soprattutto nella piccola e media impresa, mi sembra che sia un’emergenza e una priorità. Ben poco è stato fatto in questi anni in tal senso; si è sempre privilegiato un approccio da lavoro dipendente, moltiplicando il numero dei dipendenti nella miriade degli enti locali, senza dare contemporaneamente la stessa attenzione anche alle altre forme di lavoro, che avrebbero meritato incentivi a 360 gradi. La creatività e la imprenditorialità giovanile sono stati troppo spesso mortificati. E ora occorre ripartire da lì, da quella enorme ricchezza di talenti che ogni anno l’università laurea e che poi spariscono in un processo di fuga che ne disperde il valore specifico. Vogliamo ricominciare dai giovani e dal loro lavoro, non per avallare forme di assistenzialismo secondo un vecchio stile di welfare conservatore, ma rilanciando la loro naturale capacità di avere uno sguardo diverso sulle cose, valorizzando la loro naturale curiosità per la sperimentazione e la loro ferma determinazione a costruire qualcosa di eccellente per sé e per la regione”. Idee anche per gli adolescenti? “Considero un’emergenza anche quanto accade con gli adolescenti, da tempo marginalizzati da quelle classiche forme di tipo associativo in cui potevano scoprire ideali e motivazioni per vivere: i tassi di suicidio in Umbria sono un dato preoccupante, tanto più perché in contrasto con la cultura profonda della regione. Credo anche che vada fatta una più energica politica dei trasporti per valorizzare il turismo, in grado di trasmettere una cultura che nulla ha a che vedere con il consumismo tipico di uno stile mordi-e-fuggi”. Per concludere, una priorità tra tante…“La vera priorità umbra resta l’assoluta necessità di cambiamento di rotta, di linea politica e di strategie, ora ingessate e ripetitive”. L’IDENTIKIT Paola Binetti, nata a Roma il 29 marzo 1943 è un medico e politico italiano. È diventata senatrice della Repubblica nelle file della Margherita nel 2006, poi nel Pd nel 2008; insieme con altri parlamentari, ha fatto parte del gruppo dei cosiddetti “teodem”, che aderiscono alle posizioni etiche e dottrinali propugnate dalla Chiesa cattolica. Il programma politico della Binetti si articola principalmente su tre punti: la tutela della salute e della vita umana, la formazione e la ricerca, l’attenzione alla famiglia e alle giovani coppie. Per quanto riguarda la tutela della salute e della vita dal concepimento fino alla morte naturale, l’impegno della senatrice è volto in primo luogo ad assicurare ai pazienti tutte le terapie necessarie fino alla fine. La senatrice è primo firmatario dell’iniziativa parlamentare Disposizioni in materia di dichiarazione anticipata di trattamento. Laureata in Medicina e chirurgia, specialista in neuropsichiatria infantile e in psicologia clinica e psicoterapeuta. Si è occupata della fondazione e della organizzazione delle attività dell’Università Campus biomedico di Roma, dove attualmente lavora e dirige il dipartimento Ricerca educativa e didattica. I CANDIDATI UDC Nel listino, con Paola Binetti, ci sono Giulio Cozzari, Sergio De Vincenzi, Federico Fadda, Enrico Melasecche, Sandra Monacelli e Annalisa Tardioli. A Perugia l’Udc candida: Nadia Ambrogi, Vincenzo Bacarani, Laura Bellucci, Antonio Bruschi, Spartaco Capannelli, Sante Coccia, Giulio Cozzari, Stefania Croci, Sergio De Vincenzi, Massimo Metelli, Sandra Monacelli, Francesco Natalini, Sara Passavanti, Antonio Piro, Mario Provvidenza, Marco Regni, Laura Sforza. A Terni: Enrico Melasecche, Marika Mancini, Piergiorgio Pizzo, Siro Salomuni, Stefania Trabalza, Gino Capotosti.
“Proposte nuove a misura di Umbria”
Politica. Intervista alla candidata Udc, Binetti
AUTORE:
Romano Carloni