“Non temere, su fa come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché dice il Signore: la farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra” (1 Re 17, 13-14).
L’avverbio “prima” del profeta Elia alla vedova di Zarepta esprime la solidarietà cristiana, che trova il fondamento nel dono del Figlio fatto dal Padre all’umanità e nell’esempio di Cristo che in tutto si è fatto simile a noi, prendendo su di sé la nostra condizione umana.
L’esempio del Cristo ispira la sua parola: “Ama il Signore con tutte le tue energie e il prossimo tuo come te stesso” (cfr. Mc 12, 29-30). Prima il fratello e il suo bisogno poi io e il mio bisogno: un progetto di vita rivoluzionario, coraggioso e anche pagante. E’ questa la solidarietà, che, come comunità cristiana e membri vivi di essa, dobbiamo vivere e che durante questo Avvento giubilare andremo a riscoprire sulla scorta della Parola del Signore e a pregare, perché ogni giorno di più diventi atteggiamento di vita.
Una solidarietà che ci spinge a consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la stessa consolazione con cui siamo consolati noi stessi. Ogni genere di afflizione la nostra solidarietà dovrà consolare: afflizione materiale, sociale, morale, spirituale, di fede ecc., tutto nel nome e sull’esempio di Cristo, che ci ha fatti passare avanti a se stesso, rinunciando alla sua vita per la nostra.
Concretizzeremo, sostenuti dalla forza dello Spirito santo, la solidarietà in comportamenti, gesti, e rapporti nuovi, aperti, accoglienti e donativi; come anche donando al Signore, per i bisogni dei fratelli, qualcosa delle nostre sostanze, sull’esempio della vedova dei due spiccioli di cui parla Marco (Mc 12, 41-44)
Rifletteremo, pregheremo, rinnoveremo il nostro modo di vivere, doneremo le nostre sostanze, avendo presenti in particolare le Opere segno della Carità della diocesi, che possono sostenersi soltanto con il soccorso della generosità dei cristiani e delle comunità cristiane.
Dovremo, inoltre, tener presenti due grandi obiettivi nati dalla sollecitazione giubilare: Visita – pellegrinaggio ai luoghi della sofferenza presenti in diocesi, Ospedale, Case di Riposo ecc., indicati dal santo Padre come luoghi privilegiati per celebrare il Giubileo, come tempo di conversione e come occasione per celebrare l’indulgenza, quale segno di tale cammino.
Deposito parrocchiale della Pietà, esperienza di elemosina di condivisione a livello parrocchiale per sovvenire ai bisogni della comunità parrocchiale stessa e la Remissione del debito internazionale di Zambia e Guinea Conacry, obiettivo della Chiesa italiana in risposta all’appello del santo Padre di “farsi voce dei poveri del mondo”, che prevede di investire il denaro raccolto per l’annullamento del debito in progetti concreti per ridurre le povertà in tali paesi (vd. Tma n’1, Documento pastorale del Vescovo 1999-2000, Lettera circolare dell’ 1 1 luglio2000).
Offriamo, infine, un piccolo contributo alla riflessione e alla preghiera sulla solidarietà: un tema conduttore settimanale e una intenzione di preghiera da inserire nella Preghiera dei fedeli domenicale.