“Il vostro percorso di recupero è sintetizzato in maniera perfetta nel Progetto Uomo, l’intuizione geniale di don Mario Picchi grazie al quale migliaia di giovani hanno potuto superare le tante difficoltà dopo essere caduti vittime della dipendenza dalle droghe”.
Lo scorso 28 agosto con queste parole il nostro arcivescovo card. Gualtiero Bassetti ha salutato i ragazzi, le famiglie e gli operatori in occasione della sua visita alla comunità di riabilitazione residenziale “San Francesco” di Città della Pieve, diretta dal Cento italiano di solidarietà (Ceis) di don Mario Picchi, che accoglie attualmente circa 62 ragazzi in un percorso di recupero dalla dipendenza dalle droghe.
Erano presenti ad accoglierlo anche Roberto Mineo e Patrizia Saraceno, rispettivamente presidente e vice presidente del Ceis “Don Picchi”, don Aldo Gattabigio, parroco di Città della Pieve, e l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Città della Pieve, Barbara Paggetti.
Mineo nel saluto al Cardinale ha sottolineato: “Si è venuto a creare un rapporto speciale tra i ragazzi della comunità San Francesco e l’arcivescovo Bassetti. È la seconda volta, infatti, che il Cardinale ci onora della sua presenza dopo aver celebrato messa lo scorso anno. Rimarrà per sempre un bel ricordo l’emozione dei ragazzi e delle loro famiglie davanti a una figura così importante che li ha messi subito al loro agio. Siamo orgogliosi della nostra comunità, che da sempre si è mostrata aperta alle necessità del territorio, e in particolare sensibile alle emergenze sociali, come quelle legate alle dipendenze”.
Durante l’incontro, il secondo dopo quello del 30 novembre dell’anno scorso, al porporato è stato fatto un regalo speciale dai ragazzi della comunità, che hanno voluto donargli una tavola di legno lucido pazientemente intagliata con i temi che sintetizzano la filosofia del Progetto Uomo, che è l’insieme di principi e di valori che guidano il lavoro del Ceis da oltre quarantacinque anni, mettendo al centro la persona umana e la sua identità. Il card. Bassetti si è intrattenuto a lungo assieme ai ragazzi e ai loro familiari, in particolare con i tanti bambini figli dei ragazzi della comunità.